“La bontà è disarmante”. È la frase, scritta su un muro di mattoni, che un gruppo di famiglie della diocesi di Ivrea si è trovata davanti quando la domenica 7 maggio ha visitato il Sermig di Torino.
La proposta è stata di don Davide Rossetto che ha suggerito di inserire questa giornata all’interno degli incontri della Pastorale Famigliare diocesana.
Una sessantina di persone, tra genitori e figli, ha visitato l’Arsenale della Pace e ha partecipato alla Messa domenicale, celebrata da uno dei consacrati all’interno della Fraternità.
Il gruppo diocesano ha pranzato all’interno della struttura, che offre ai più bisognosi circa 500 pasti al giorno.
Nel pomeriggio i genitori, hanno partecipato ad una attività di ascolto e di lavoro guidati da una testimonianza di una famiglia con tre figli che ha “adottato” il Sermig come loro quarto figlio.
L’incontro è stato utile per comprendere meglio quale sia lo spirito che unisce i volontari, responsabili e consacrati del Sermig; tra di loro, infatti, si capisce che c’è una robusta collaborazione, confronto e condivisione che tiene tutto unito: il filo rosso della Fede.
Le fondamenta del Sermig si basano e sono costruite sulla Fede e sul Vangelo, una “regola” ben descritta dal fondatore Ernesto Olivero nel suo libro dal titolo emblematico: “Si”.
Una delle tante parole, equiparabili a delle vere e proprie pietre miliari, che stando al Sermig, anche solo poche ore, si impara a fare proprie.
Altre “parole miliari” che sono emerse dall’incontro del pomeriggio sono state: accoglienza, servizio, sognare, fede, responsabilità, restitu[1]zione, sapersi fare aiutare, impegno, fraternità, famiglia e tante altre ancora… dietro ogni parola e ogni frase, c’è un mondo che è presente e vivo dentro ogni singolo cuore dei volontari del Sermig.
Anche solo la presenza, infatti, senza fare grandi cose, a volte è fonte di rinascita.
Parallelamente all’attività dei loro genitori, i figli del gruppo delle famiglie della nostra diocesi, hanno avuto modo di sperimentare praticamente l’attività di volontariato, trascorrendo il pomeriggio nei magazzini a smistare vestiti e scarpe.
I volontari del Sermig li hanno anche coinvolti nell’attività di ordinare, in base alla data di scadenza, il cibo da dare ai poveri e bisognosi.
Attività molto semplici che fanno parte di quelle tante ore di volontariato che messe assieme riescono a garantire un servizio gratuito, costante e duraturo da oltre 60 anni!
Impiegare il proprio tempo per agire a fin di bene, con lavori manuali, intellettuali o spirituali, ognuno secondo la propria inclinazione e indole, è utile e costruttivo, non solo al Sermig ma in ogni nostra Parrocchia, oratorio, associazione e gruppo di cui noi facciamo parte nella comunità in cui viviamo e siamo inseriti.
Come ha suggerito la coppia che ha proposto la propria testimonianza, “sarebbe bello che ciascuno si prendesse l’impegno di portarsi a casa un pezzo di Arsenale”, inteso come la volontà di trovare il tempo per dedicarsi agli altri in un qualsiasi ambito della vita quotidiana.
La visita e la partecipazione alle attività del Sermig per il gruppo della nostra diocesi può sintetizzarsi con questa testimonianza: “il regno di Dio non è in un futuro o luogo lontano, ma è qui ed ora e ognuno di noi nel suo piccolo è in grado di realizzarlo con chiunque incontra nel suo cammino”.
Paolo Bertotti
Redazione Web