Cesena, la città che ha dato i natali a due Papi, è inondata dalle acque e invasa dal fango e dal dolore. Leggendo l’invito ricevuto per un concerto, ho notato che si trattava dell’esibizione di un famoso pianista, Marcelo Cesena: l’artista si chiama come la cara città colpita dal disastro.ù
Un concerto organizzato da Famiglie per l’Accoglienza per ricordare i 40 anni di vita dell’associazione: 4 decenni di adozioni, affidi, ospitalità, gioie e dolori, cadute e riprese, successi e sconfitte. Quarant’anni di costruzione di un mondo in cui tutti possano sentirsi a casa, un luogo accogliente dove vivere e crescere, essere educati e sostenuti nel duro cammino della vita. Un cammino, però, svolto insieme, perché “siamo fratelli e sorelle” e “da soli non ci si salva”.
Avevo appena visto alla TV le immagini di dolore e sgomento di fronte alla violenza delle acque, e seguendo lo spettacolo dell’artista non potevo che pensare al suo nome, proprio quella sera così evocativo.
Il pianista e compositore italo-brasiliano, vissuto a lungo a Los Angeles, uno dei più famosi artisti viventi, crea melodie ispirate a eventi reali, a incontri, spesso inaspettati, ma mai, alla fine, casuali. Questi avvenimenti gli suggeriscono note e temi, che dominano il pezzo eseguito poi con maestria al pianoforte. Le Famiglie per l’accoglienza lo hanno invitato a condividere una giornata con una di loro, chiedendogli di restituire la sua esperienza attraverso la musica.
“La vita è così: ogni volta c’è una novità”. Infatti, perché si muova il cuore è necessaria una ferita che lo provochi. Così nascono l’ispirazione e l’arte. Occorre qualcosa che provochi il nostro sguardo perché si scopra il “divino nascosto”.
Cesena ha scoperto che l’accoglienza di queste famiglie non nasce solo dal bisogno di ospitalità e di essere accolti, ma principalmente dal “SÌ” davanti alla volontà di Dio, che suscita il bene e fa incontrare chi è solo e abbandonato. Compone così un meraviglioso pezzo, pieno di tenerezza e melodia.
Esso inizia con la nota “SI”, la parola dominante tra queste famiglie. La musica finisce con il “FA” di Father, Padre, per evocare il SÌ di Dio che viene prima, sempre. Le due note si “impastano” e formano un legane di amore.
Marcelo offre un messaggio di speranza e di bellezza che animi le nostre case e dia la forza di ricominciare, sempre e ovunque, anche nella Romagna ferita.