Si è rafforzato, nelle ultime settimane, il pressing sulla Regione – che ha appena annunciato di aver fatto le proprie valutazioni in merito, le quali ora andranno discusse con sindaci e Asl – perché decida per la collocazione del futuro ospedale di Ivrea e Canavese: e, possibilmente, decida in favore del sito ex Montefibre in territorio eporediese, rispetto al sito concorrente nell’area Ribes a Pavone.
Il primo a muoversi era stato il sindaco di Bollengo, Luigi Ricca, che – poco prima che l’assessore Icardi in Consiglio regionale annunciasse che la graduatoria dei siti era pronta (peraltro con Ribes in leggero vantaggio su Montefibre) – aveva inviato una lettera sottoscritta da diversi colleghi primi cittadini in cui chiedeva alla Regione di pronunciarsi in tempi rapidi, giacchè il continuo tergiversale avrebbe potuto rivelarsi esiziale per l’intero progetto.
Quindi è stata la volta di Coldiretti Torino far sentire la sua voce, chiedendo che si tenga conto del rischio idrogeologico e del consumo di suolo agricolo, oltre che della facilità di accesso: e dunque no all’area Ribes.
“Dei siti selezionati – ha detto il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici –, l’area di Pavone è quella esposta al consumo di suolo agricolo e, soprattutto, al rischio idraulico, come sanno bene amministratori e agricoltori”.
Sottolineando che non si devono ripetere errori del passato, quando in Canavese erano stati cementificati territori poi coinvolti in gravi dissesti o eventi alluvionali, e che “la decisione sul luogo dove costruire il nuovo nosocomio deve essere presa considerando anche l’importanza di preservare al massimo la capacità del Canavese di produrre cibo di qualità. Trattare i campi coltivati come semplici superfici facili da espropriare sarebbe un grave errore strategico”.
A queste voci si aggiunge ora il Comitato per l’Ospedale di Ivrea e Canavese, presieduto da Anna Maria Zanelli, che sottolinea “la lunga attesa della risposta da parte della Regione sulla questione idoneità e scelta del sito per l’insediamento del nuovo ospedale”.
È vero, intoppi e imprevisti esterni hanno impedito una decisione serena e immediata, concede il Comitato: ma ora è giunto il tempo di dichiararsi apertamente.
“Il Comitato, come osservatorio della realtà sanitario-ospedaliera – si aggiunge –, vuole inoltre porre l’accento su mantenimento e miglioramento dello stato di efficienza del nostro attuale ospedale. Dove primari capaci e dedicati, che hanno il governo dei reparti, cercano insieme al loro team di pianificare al meglio i processi organizzativi ospedalieri, avvalendosi, oltre che delle risorse umane, di nuove tecnologie. E a tal proposito… avanti subito con le procedure per installazione e uso dell’apparecchiatura a risonanza magnetica, promessa da troppi anni!”.
Redazione Web