Sarà l’Arcivescovo monsignor Marco Arnolfo a presiedere le celebrazioni liturgiche nella Festa del Santo Patrono Savino nella giornata della memoria liturgica del 7 luglio prossimo.
L’invito indirizzato al Metropolita di Vercelli è stato voluto dal vescovo di Ivrea monsignor Edoardo Cerrato per sottolineare il legame delle due città nel nome dell’opera evangelizzatrice di Sant’Eusebio, di cui nel 2021, tempo di Covid, si sarebbe dovuto celebrare il 1650° anniversario dalla morte, avvenuta nel 371.
Negli anni il Vescovo Edoardo ha sempre invitato per questa festa solenne dei confratelli nell’episcopato che avessero un legame con Ivrea e con la diocesi.
Sant’Eusebio di Vercelli fu il primo Vescovo dell’Italia settentrionale di cui abbiamo notizie sicure e fondò in quella città “una comunità sacerdotale, simile a una comunità monastica: questo cenobio diede al clero dell’Italia settentrionale una significativa impronta di santità apostolica e suscitò figure di Vescovi importanti, come Limenio e Onorato, successori di Eusebio a Vercelli, Gaudenzio a Novara, Esuperanzio a Tortona, Eustasio ad Aosta, Eulogio a Ivrea, Massimo a Torino, tutti venerati dalla Chiesa come Santi” (così si espresse Papa Benedetto XVI nell’udienza generale del 17 ottobre 2007). Eusebio scrisse dall’esilio di Scitopoli “ai dilettissimi fratelli e ai presbiteri tanto desiderati, nonché ai santi popoli saldi nella fede di Vercelli, Novara, Ivrea e Tortona”.
Disse ancora Papa Benedetto XVI in quella stessa udienza: “È da notare anzitutto il rapporto esplicito che lega il Vescovo alle sanctae plebes non solo di Vercelli… ma anche di Novara, Ivrea e Tortona, cioè di quelle comunità cristiane che, all’interno della stessa Diocesi, avevano raggiunto una certa consistenza e autonomia”.
Il programma religioso della Festa patronale prevede nel pomeriggio di giovedì 6 luglio, nella Chiesa di San Nicola in Piazza del Duomo, lo “Scambio dei Ceri” dai vecchi ai nuovi Priori in presenza del Vescovo Edoardo.
I Priori dei Quartieri 2023 sono Elena Grassi per Torre Balfredo, Tiziana Bertino per San Grato, Francesco Vito Mastro per San Bernardo, Annalisa Balzanello per Bellavista, Eleonora Zanat per San Lorenzo e Emanuele Longheu per il Quartiere Centro storico.
Venerdì 7 luglio fin dal mattino la preghiera in Sant’Ulderico davanti all’urna di San Savino esposta ai fedeli, alle 10 l’inizio della processione da Piazza di Città, Via Palestro e Via Varmondo Arborio fino alla Cattedrale dove seguirà la solenne Celebrazione Eucaristica.
Anche per la Festa patronale 2023 il Vescovo Edoardo ha rivolto il suo invito e il suo saluto alla Città richiamando ad una festa che sia “impegnata”: “La festa patronale è per tutti lieta occasione di esprimere la comune appartenenza ad una storia che parte da lontano, continua nel presente e si protende verso il futuro – ha scritto monsignor Cerrato -. Ha un grande valore per la comunità dei credenti che guardano ad un santo e vedono in lui un modello di fede vissuta, una bella realizzazione del cammino della vita affrontato alla luce del Vangelo di Cristo. Ma la festa è anche di chi questo cammino non condivide o non condivide appieno, poiché per tutti essa è richiamo a valori che devono necessariamente tradursi in virtù, in atti virtuosi, se non li si vuol ridurre a retoriche affermazioni. Le notti e gli inverni che scandiscono le vicende del mondo non negano possibili ‘albe’ e ‘primavere’. Il problema è quando nell’inverno non si crede nell’avvento della primavera; e nella notte non si crede nel sorgere di una nuova alba: l’esito amaro è la disillusione, spinta talvolta fino al disprezzo della propria umanità”.
Conclude il Vescovo di Ivrea nel suo messaggio: “La responsabilità a cui Savino ci interpella è la responsabilità di ognuno, a tutti i livelli ed in qualsiasi ambito: personale, ecclesiale, politico, civile, sociale; è la volontà di un esame onesto, sulle cause per non applicare come terapie magari le cause che hanno determinato – o contribuito a determinare – certi esisti che ci affliggono. La festa di San Savino, festa della Città, sia occasione per i credenti di chiedersi in chi credono, e per quelli che credenti non sono di riascoltare le grandi domande. Festa, ma una festa impegnata!”.
Redazione Web