Da anni l’Amministrazione civica era impegnata nel tentativo di restituire quello spazio – divenuto di proprietà comunale nel 1951 – agli onori del mondo

Una vigna che diventa simbolo di un’intera collettività, quella di Caluso: e che, affidata in gestione per un trentennio alla Cantina Produttori Erbaluce di Caluso, sarà anche un importante “strumento” di studio e sperimentazione per gli studenti dell’Istituto agrario “Ubertini”, un laboratorio all’aperto per la potatura e l’analisi dei cinque differenti cloni di Erbaluce.

L’area è quella del Castellazzo, circa mille metri quadri con 110 piante di vite, che sovrasta il centro cittadino, il Municipio (nei cui sotterranei ha sede l’Enoteca regionale dei vini della provincia di Torino), la chiesa parrocchiale e il Parco Spurgazzi.

Già più di cent’anni fa quel terreno prossimo ai ruderi dell’antica fortificazione fatta erigere nel 13° secolo era coltivato a vite; purtroppo con il tempo è stato abbandonato.

Da anni l’Amministrazione civica era impegnata nel tentativo di restituire quello spazio – divenuto di proprietà comunale nel 1951 – agli onori del mondo: precedenti tentativi di ripristinare la coltivazione si erano rivelati infruttuosi.

Questa, invece, pare essere la volta buona: grazie alla collaborazione con il Comune e soprattutto con i Lions Club Alto Canavese, Caluso Canavese Sud Est, Candia Lago, Chivasso Duomo, Chivasso Host, Rivarolo Canavese Occidentale e del Leo Club Caluso Canavese Sud Est – che hanno preso a cuore il progetto, rendendolo un proprio service nel settore della cura ambientale – è stato realizzato l’impianto la cui struttura si integra, sia sul piano architettonico che su quello agricolo, alle massicce mura che cingevano la rocca.

Lunedì19 giugno, a tagliare il nastro, è giunto il presidente della Regione Alberto Cirio, accompagnato dal consigliere del territorio Gianluca Gavazza e accolto dalla sindaca Maria Rosa Cena, dal presidente del Consorzio di tutela dei vini canavesani (nonché della Cantina Produttori Erbaluce) Bartolomeo Merlo; al successivo incontro in Enoteca sono intervenuti anche il presidente della struttura ospitante, Corrado Scapino, i responsabili distrettuali e di zona del Lions Club, e Luca Balbiano, presidente dell’Urban Vineyard Association (l’associazione continentale che raggruppa i conduttori di vigneti urbani) e curatore della vigna della Villa della Regina a Torino. S

ì, perché il nuovo vigneto si configura proprio come vigneto urbano, come quelli che si trovano a Parigi nel quartiere di Montmartre o a New York sul tetto di un palazzo di Brooklyn.

Ora anche Caluso avrà il suo biglietto da visita, un vigneto con vista sull’anfiteatro morenico, sul lago di Candia e il basso Canavese.

E proprio in questo 2023, l’Erbaluce è stato scelto come vitigno dell’anno per il Piemonte.

m.s.

Redazione Web