Ha destato incredulità e grande cordoglio all’interno della “famiglia” della società cestistica Usac di Rivarolo, oltre che in tutto il mondo del basket canavesano e piemontese, l’improvvisa morte di Francesco “Titto” Porcelli, stroncato da un infarto nella notte tra sabato e domenica scorsi mentre trascorreva alcuni giorni di vacanza con la famiglia in Puglia, terra delle sue radici. 56 anni, residente a Loranzè con la moglie Alessandra e le figlie Emma e Gaia (11 e 7 anni), Porcelli era docente di educazione fisica all’Istituto “Olivetti” di Bellavista: “Un insegnante giusto, incline al sociale, con uno sguardo sempre attento al prossimo, la persona giusta nel posto giusto; una Rsu che costruiva legami, impegnata e attiva nel suo Istituto”, lo ricorda il sindacato Cisl Scuola di Torino e Canavese.
Oltre che su affetto e riconoscenza di colleghi e allievi, “Titto” aveva costruito le basi dell’universale stima e dolore che hanno accompagnato la notizia della sua scomparsa sull’impegno, allegro ma determinato, con cui si era dedicato alla sua grande passione: la pallacanestro, insegnata a generazioni di piccoli e grandi atleti dell’area canavesana.
Aveva iniziato con le giovanili e poi con il settore femmini[1]le (portato a livelli altissimi) della società epo[1]rediese Lettera22, lasciando ottimi ricordi – sportivi e umani – anche a Montalto Dora. Da quasi 10 anni era legato all’Usac di Rivarolo, facendo crescere e valorizzare i giovani prima di diventare allenatore capo della prima squadra, condotta alla storica promozione in serie C Gold.
Al presidente Alessandro Castagna (che lo ricorda come “un fratello”) aveva da poco comunicato la rinuncia al ruolo per la prossima stagione, ma non la volontà di lasciare la società (nonostante le offerte di ingaggio da parte di club anche di categoria superiore): avrebbe ripreso a lavorare con i più giovani, quei ragazzi e bambini che sapeva ammaliare col sorriso aperto e scanzonato, in grado di tirare fuori il meglio da ciascuno di loro.
Solo due settimane fa era stato tra gli animatori del campo estivo Usac a Gaby, con una torma di undicenni a pendere dalle sue labbra. Il solo apparentemente ingenuo saluto di uno di loro è forse il miglior congedo possibile da parte di chiunque abbia avuto il privilegio di conoscere personalmente Porcelli: “Grazie di Titto!”.
m.v.
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Redazione Web