La sua fragilità era diventata il punto di forza per essere vicina agli altri, umanamente e con il supporto della sua scienza.

Sabato mattina, 15 luglio, la città tutta ha reso omaggio alla dottoressa Daniela Bena, intitolandole una targa in via Togliatti, in quel quartiere dove aveva speso tante energie per essere vicina alle famiglie che vi abitano, e ai più fragili.

A scoprire la targa il sindaco Claudio Castello, insieme alla sorella, la dottoressa Carla, e al marito di Daniela, Giovanni Bussetto.

La dottoressa Bena ha fatto suo il principio ‘aiuta il prossimo tuo’, non ha mai lasciato indietro nessuno e soprattutto negli anni difficili della pandemia ha offerto tutto il suo aiuto morale e scientifico”, ha detto il sindaco, che ha ricevuto un sentito applauso dalla folla formata da medici (la dottoressa era la coordinatrice dei medici di famiglia del distretto) e pazienti, quando ha annunciato che per una persona meravigliosa come lei una targa è troppo poco e l’Amministrazione comunale è intenzionata a intitolarle anche una strada, a memoria della sua disponibilità verso tutta la comunità.

Il mio grazie va a tutti i presenti – ha proseguito la sorella Carla per questo tributo a Daniela, in un luogo a cui lei teneva tanto, dove c’erano persone che avevano bisogno di lei come persona amica”.

Sulla figura di Daniela nulla si può aggiungere – è intervenuto il dottor Claudio Moretti –, ma questo momento deve essere occasione per parlare di medicina del territorio nella nostra comunità, in un’azienda sanitaria che ha un territorio vastissimo. Se l’ospedale civico è un baluardo, un punto di riferimento per la nostra sanità, esso è però fisso, fermo, mentre la medicina territoriale diventa un ospedale ‘liquido’…”.

Alla cerimonia sono intervenuti anche il direttore generale dell’Asl To4, Stefano Scarpetta, che ha sottolineato come Daniela Bena fosse il prototipo di quello che una volta era il medico di base, con un’attività immane svolta sul territorio.

Il dottor Carlo Bono, direttore di distretto, ha ricordato come durante la pandemia la dottoressa cercasse di superare sempre tutti gli ostacoli per aiutare i pazienti, mentre il dottor Mauro Trioni ha riconosciuto che la fitta presenza alla cerimonia e la targa stessa sono i segnali di un grande affetto nei confronti di Daniela, affetto che lei ricambiava totalmente: “La sua fragilità aveva qualcosa che le consentiva di entrare in contatto con gli altri, con chi ne aveva maggior bisogno” e per questo sulla targa a lei intitolata campeggia la frase di Gandhi che ricorda come “la forza non deriva dalla capacità fisica, ma da una volontà davvero indomita”.

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Redazione Web