(gabriella franzino – edy guglielmetti) – Come ogni terza domenica di settembre il paese ha festeggiato, domenica 17, il suo santo Patrono, san Vittorio Martire , soldato della legion Tebea.
Quest’anno però un evento più rilevante ha solennizzato la cerimonia: la Santa Messa è stata presieduta dal Vescovo Emerito di Pinerolo, Monsignor Piergiorgio Debernardi, che resterò in Italia fino a fine settembre, per poi ripartire in Missione alla volta del Burkina Faso (l’ex Alto Volta).
Monsignor Debernardi, nativo di Feletto, è sempre stato molto legato al suo paese d’origine e sebbene i suoi innumerevoli impegni, di sacerdote, abate, Vescovo, lo abbiano portato in giro per il mondo, ha sempre dimostrato (ricambiato) affetto e amicizia per il paese; in questa occasione ha simpaticamente ricordato come fosse da ben 58 anni che non celebrava la festa di San Vittorio.
Durante l’omelia si è soffermato sul nome del nostro patrono, Vittorio, che richiama alla vittoria sulla morte, vittoria sul disprezzo del Vangelo, vittoria dei Martiri anche se hanno perso la vita sottolineando, a questo proposito, che, se la Chiesa è Una, Santa, Cattolica e Apostolica, ha anche una quinta caratteristica: è Perseguitata, da sempre; dall’epoca dei primi Martiri della Chiesa allo stato nascente, fino ad oggi.
Mons. Piergiorgio ha portato l’esempio del Burkina Faso, dove da anni sta portando il suo aiuto spirituale e concreto, e di altri paesi africani, tormentati dal terrorismo che si accanisce contro tutti quelli che parlano di dialogo, perché senza dialogo non si arriva alla pace.
La pace si costruisce camminando assieme.
E, citando Papa Gregorio VII che scriveva al Sultano di Mauritania come tra Cristiani e Musulmani si debba osservare il comandamento dell’amore, ha ribadito con forza che soltanto l’amore salva, l’amore perdona.
E, se dall’altra parte si erige un muro -ha sottolineato il Presule – io lo devo superare con la forza dell’amore.
L’amore è una parola concreta che passa attraverso il sangue, quello vittorioso dei martiri.
Ma è il nostro cuore che deve accogliere l’amore, cuore che deve essere in pace nelle famiglie, nelle comunità, nei paesi, via via allargandosi all’intera umanità, sempre con il presupposto del dialogo…
Prima della processione per le vie del paese c’è stato un momento istituzionale: l’Amministrazione Comunale nella persona del Sindaco Cristina Ferrero, spendendo parole di stima e di apprezzamento per l’operato di Monsignore, ha voluto fargli dono di un orologio creato dai maestri ceramisti di Castellamonte.
Il Vescovo, ringraziando, ha simpaticamente commentato che ogni volta che avrebbe guardato l’orologio: “….mi ricorderà le ore che devono essere spese per amore, soltanto per amore per creare una comunità di pace…”.
A sua volta ha voluto omaggiare la Parrocchia di Feletto regalando Casula e Pianeta finemente ricamate dalle suore di clausura di Pinerolo recanti il suo motto “Deus Caritas est”
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Il successivo intervento del Parroco di Feletto Don Stefano Teisa ha ribadito con forza che:
“La radice del dialogo è l’identità; Monsignor Piergiorgio ci ha fatti i complimenti perché conserviamo le cose di secoli fa, perché c’è il cuore che pulsa della consapevolezza della propria dignità, delle proprie tradizioni: una tradizione ricca, forte, in dialogo con identità diverse.
Solo la tradizione forte non rischia di essere assimilata, noi non rinunciamo alla nostra fede”.
Citando poi Papa Giovanni XXIII afferma:
“A fondamento della pace c’è la giustizia, e a fondamento del dialogo c’è la verità”.
Ha poi condiviso un ricordo di gioventù quando, da Seminarista, è stato profondamente colpito da Monsignor Debernardi allora Vicario Generale per:
“La sua umiltà, semplicità e determinazione nello spirito di servizio per il bene della Diocesi: è stato un messaggio inossidabile che Monsignore continua a portare nel mondo. E’ chiaro che ami Cristo, altrimenti se ne starebbe comodamente a casa sua, invece questo fuoco che ha acceso dentro lo spinge a tornare in missione a più di ottant’anni nonostante le fatiche.
Tutti abbiamo sottolineato gli aspetti umani di generosità, di umiltà, di appartenenza alla comunità di cittadino più illustre di Feletto, ma l’aspetto più forte e importante di Monsignor Piergiorgio non è quello umano bensì quello di successore degli Apostoli, e quindi la sua autorità non è solo un’autorità come tutte le altre per importanti che siano, ma è autorità spirituale che rende presente il Cristo”.
La funzione è proseguita con la processione per le vie del centro portando a spalle le reliquie del Santo.
I festeggiamenti religiosi termineranno lunedì 18 settembre con la S. Messa pomeridiana delle 18 all’altare di San Vittorio.