Un tuffo nei nostri fiumi per denunciare i problemi di balneabilità dei corsi d’acqua e dei laghi piemontesi: è il “Big Jump”, promosso da Legambiente e che ha visto coinvolta anche la Valchiusella, dal momento che il tuffo nel torrente è stato effettuato anche a Gauna (come pure nel Po a Torino, nel Sangone a Beinasco, nel Pellice a Villar e nel Ticino, ma sul lato lombardo, ad Abbiategrasso).
Da almeno tre anni i fiumi piemontesi sarebbero dovuti tornare a essere luoghi in cui poter fare tranquillamente il bagno, dal momento che dal 2015 l’Italia (e con essa il Piemonte) avrebbero dovuto rispettare la direttiva europea “Water Framework”, che prevede il raggiungimento del “buono stato ecologico” delle acque. Ma i nostri fiumi sono ancora lontani dall’obiettivo, ed è proprio per accendere i riflettori sulla qualità delle acque che anche in Piemonte si sono tenuti i “Big Jump”, tuffi simbolici organizzati in contemporanea a un centinaio di altri tuffi in tutta Europa. L’iniziativa, promossa dall’European Rivers Network e organizzata in Italia da Legambiente, ha visto la partecipazione di diverse decine di persone.
“L’Europa impone all’Italia e al Piemonte di raggiungere precisi obiettivi di qualità riguardanti lo stato ecologico dei fiumi – ha ricordato Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta -. Anche il Po, nella sua interezza e perfino a Torino, dovrebbe raggiungere il livello di ‘buono’ nella scala di qualità delle acque: ma senza il rispetto delle portate minime a monte della città e in mancanza di un adeguamento dei sistemi di depurazione, questo obiettivo non potrà essere raggiunto. Le possibilità tecnica e legislativa per risanare i fiumi esistono, ma occorre che la loro tutela diventi una priorità per le istituzioni locali”.
I dati emersi dalla recente Relazione sullo stato dell’Ambiente in Piemonte evidenziano per il triennio 2014-2016 come il 61% delle acque superficiali non ricada ancora nelle classi “Buono” e “Elevato” per lo stato ecologico e il 9% non raggiunga questi obiettivi per lo stato chimico. Il Piemonte, dunque, ha mancato gli obiettivi previsti dalla direttiva europea “Water Framework” per il 2015 in ragione di una qualità ecologica delle acque che continua a essere penalizzata dagli eccessivi prelievi da parte dell’agricoltura e dell’idroelettrico. Purtroppo questo obiettivo non è stato raggiunto da oltre la metà dei corpi idrici europei (Italia compresa, con solo il 20% dei laghi e il 43% dei fiumi in regola).
Ai diversi “Big Jump” piemontesi hanno partecipato quest’anno i volontari del progetto VisPo-Volunteer Initiative for a Sustainable Po, che per tre anni coinvolgerà 230 giovani tra i 18 e i 30 anni in azioni di pulizia e valorizzazione delle sponde del Po e dei suoi affluenti in territorio piemontese. Un’esperienza di volontariato e apprendimento per under 30 promossa da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, in partnership con Arpa Piemonte e European Research Institute. Il progetto è finanziato nell’ambito del “Life-Preparatory Project in Support of European Solidarity Corps” che promuove azioni a priorità ambientale a supporto del Corpo di Solidarietà Europeo (Esc) e vede lo scambio di esperienze con attività analoghe svolte da 20 volontari sul Danubio in Ungheria. E’ possibile candidarsi per diventare volontari europei VisPo sul sito www.bevispo.eu.