L’ultima serata della conferenza medica cui ho partecipato a Minneapolis è stata animata gustosamente dalla esecuzione commentata di alcune canzoni di Bob Dylan da parte dell’amico Maurizio Maniscalco. Dylan, infatti, è nato a Duluth, un villaggio a pochi chilometri dalla capitale dello stato del Minnesota. I nonni paterni dovettero lasciare Odessa – allora nell’Impero Russo, oggi in Ucraina – perché perseguitati come ebrei. I nonni materni invece raggiunsero gli Stati Uniti dalla Lituania, sempre all’inizio del secolo scorso. Il “menestrello del rock” si chiama in realtà Robert Allen Zimmerman, ma cambiò nome, come si deve per avere successo nell’arte e nello spettacolo.

Come molti artisti, anche Maurizio ha un nome d’arte – è noto come “Riro” – e, per pura coincidenza, come Dylan si trasferì dalla natia Pesaro a New York. Pur avendo composto numerose canzoni e scritto vari libri, Maniscalco, ora cittadino statunitense, non ha avuto il successo di Dylan, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 2016 e noto come uno dei più grandi cantautori della storia.

Riro ci ha fatto gustare con maestria, alla chitarra e all’armonica, le canzoni da lui più amate del grande compositore. Dal periodo del grande successo con i canti rivoluzionari, alla fase più intima, con inni all’amore sia amaro sia dolce, perché non basta la protesta al cuore dell’uomo. Poi un periodo difficile tra solitudine e uso di sostanze: si amplifica la ricerca della grandezza e dell’assoluto, con una apertura inaspettata alla sua tradizione giudaico-cristiana. “Con i miei canti confondo le aspettative”, disse ricevendo il premio Grammy nel 2015.

Il 27 settembre 1997 Bob Dylan aveva incontrato Papa Giovanni Paolo II, che si era rivolto alla folla presente al Congresso Eucaristico a Bologna prendendo spunto da una delle sue più note canzoni : “Dite che la risposta è portata dal vento, amico mio. E così è: ma non è il vento che spazza via le cose, è il respiro e la vita dello Spirito Santo, la voce che chiama e dice, ‘Vieni!’. L’allora settantasettenne Pontefice aveva aggiunto: “Mi chiedete quanti cammini un uomo deve percorrere prima di diventare un uomo? Rispondo: C’è un solo cammino per l’uomo, ed è la strada di chi disse ‘Io sono la Via e la Vita’, la strada di Gesù Cristo”.

Dylan si tolse il cappello da cowboy e salutò il Papa, prima di tornare sul palco per un bis con “Forever Young”.