(Fabrizio Dassano)

L’associazione ‘L Gavason e il Comune di Ozegna presentano venerdì 17 novembre 2023 alle ore 21.00 presso la sala consiliare del Comune di Ozegna la serata dal titolo: “1873-2023 Centocinquanta anni dal riscatto di don Coriasso del Santuario della Madonna del Bosco di Ozegna”.

Il programma prevede la presenza di Enzo Morozzo e Massimo Prata con il loro intervento in presenteranno la figura di don Lorenzo Coriasso, un grande benefattore anche in campo sociale per il centro canavesano. Seguiranno Damiano Berardo e Giuseppe Davoli con la restituzione al pubblico del modello in tre dimensioni del Santuario e del convento. La serata sarà quindi caratterizzata dagli intermezzi poetici curati da Enzo Morozzo e Gino Vittone.

Cosa era successo al santuario di Ozegna? Già nel 1800 con la seconda discesa di Napoleone in Piemonte i mille contribuenti più ricchi furono obbligati a comprare in proporzione al loro patrimonio: la II campagna d’Italia e la guerra contro l’Austria aveva provocato una grave situazione economica per il pagamento delle forniture militari: agli appaltatori fu concesso di trasformare le ricevute direttamente con titoli di possesso. Esemplare il caso dell’ex garzone di panetteria di Ivrea, Francesco Garda, che dopo la vittoria di Marengo ebbe in possesso otto cascine e un palazzo a Torino per 382 ettari di terreno in cambio di crediti verso l’Armée d’Italie per 726.000 lire. Con l’annessione del Piemonte alla Francia, il decreto del 31 agosto 1802 soppresse le diocesi, i seminari e gli istituti religiosi per incamerarne i beni e procedere alla vendita ai privati.

In Piemonte i due terzi dei beni religiosi vennero sequestrati dallo stato napoleonico. Tra il 1800 e il 1814 furono 62.000 gli ettari di terra sequestrati e venduti in cambio di carta moneta, con il preciso obbiettivo di distruggerla per toglierla dalla circolazione e ridurre drasticamente il debito pubblico. Il decreto del 1° giugno 1803 cancellò nove diocesi: Alba, Aosta, Biella, Bobbio, Casale, Fossano, Pinerolo, Susa, Tortona; e ampliò le restanti 8: Torino, Acqui, Alessandria (poi sostituita da Casale), Asti, Ivrea, Mondovì, Saluzzo, Vercelli. Pinerolo passò a Saluzzo, Susa a Torino, Aosta alla diocesi di Ivrea. La geografia ecclesiastica fu restaurata da Pio VII il 17 luglio 1817 dopo la caduta dell’impero napoleonico e non mutò per oltre due secoli.

Medesima sorte era toccata al santuario di Ozegna: proprio nel 1802 fu colpito dal decreto di soppressione e i frati furono costretti ad abbandonare la chiesa e il convento, entrambi messi all’asta. Il comune di Ozegna tentò diverse volte di riscattare almeno la chiesa, ma essa con il resto del convento, divennero proprietà privata. Anche con la Restaurazione e il ritorno dei Savoia la situazione del luogo di culto sembrava avere la strada tracciata in maniera definitiva ma, con l’ingresso alla parrocchia di Ozegna il 17 ottobre 1867 del nuovo parroco don Lorenzo Coriasso, le cose sarebbero cambiate.

Nell’autunno del 1873, pagando di tasca propria la chiesa e parte del convento, don Coriasso riuscì a ricomprarlo dai privati e con una retrovendita lo cedette alla parrocchia di Ozegna per garantirne il futuro e il 4 ottobre di quell’anno, alla festa del Santo Rosario con una solenne processione i parrocchiani ripresero il possesso del luogo di culto. Don Coriasso non si limitò durante il suo mandato alla cura del Santuario e delle chiese ozegnesi ma si impegnò in campo sociale a favore della popolazione, riuscendo con l’appoggio della amministrazione comunale e dei parrocchiani, nella realizzazione di un asilo d’infanzia. Così acquistò a proprie spese, con atto notarile del 28 settembre 1883, il terreno in Via Boarelli dove si trova ancora adesso la Scuola dell’infanzia statale a lui intitolata.

Il primo atto ufficiale del costituendo asilo risale al 28 settembre 1873; due giorni prima si era formata la società promotrice dello stesso, che come da statuto prevedeva che il parroco pro tempore fosse il presidente e il sindaco pro tempore, vicepresidente. Le Suore del Cottolengo furono chiamate a gestire il nuovo asilo e si impegnarono per l’iscrizione dei fanciulli. L’inaugurazione e la benedizione dell’edificio si tennero il 25 novembre 1883 e il 26 agosto 1885 l’asilo venne eretto in ente morale. Nel 1890 infine venne steso presso lo studio notarile Vallero di Rivarolo l’atto di donazione dell’asilo al Comune di Ozegna. Il 4 gennaio 1894 don Lorenzo Coriasso si spense. In suo ricordo il sindaco di allora, l’avvocato Cesare Chiesa fece erigere un busto del benefattore ancora esistente all’esterno dell’asilo.

Un anno particolare questo per Ozegna poiché ricorrono i 400 anni dalla Apparizione della Madonna al sordomuto ozegnese di quattordici anni Guglielmo Petro (o di Pietro) e che in seguito a quel fatto miracoloso riacquistò l’uso della parola. Il 21 giugno 1623, come risulta dalla relazione manoscritta, da quattro mesi soffriva di afasia poiché si ritrovava impedito della lingua che non si poteva favellare.

Mentre fienava in un prato sui confini di Rivarolo, si sentì chiamato per nome ripetute volte, voltatosi, vide una Signora di grave e venerabile aspetto, grande di statura con tre corone in testa splendidissime, sostenuta da due figliolini vestiti a parimenti di bianco (qual si tiene da giudiziosi che fossero angeli) che la tenevano alta da terra tre o quattro palmi. La visione della Vergine gli comandò di recarsi dallo zio Besso, che poco lontano martellava la sua falce, per farsi insegnare l’Ufficio della Madonna e di andare senza indugio in pellegrinaggio al Santuario di Oropa, luogo su cui il giovane aveva fatto voto di andare per riacquistare la voce.

In effetti la voce gli tornò subito, si recò dallo zio e poi dal pievano di Ozegna don Cesare Braida. Ma riperduta la voce, tornò ad esprimersi a gesti. Il giorno dopo, accompagnato da familiari e amici si mise in cammino per Oropa: ad un miglio di distanza proseguì a piedi scalzi, con le mani giunte ed entrò nella basilica. Dopo la comunione, riacquistò la voce senza più perderla, come scrisse ancora una ventina d’anni dopo. Il luogo dell’apparizione fu subito recintato e due giorni dopo il Consiglio comunale deliberò l’erezione di una chiesa.

Il 2 luglio dopo aver preso gli accordi con l’autorità e in una solenne riunione dei capi-famiglia, si faceva voto di erigere la chiesa dedicata alla Santa Vergine e di solennizzare annualmente la festa della Visitazione di Maria santissima astenendosi dal lavoro servile, sotto pena di uno scudo d’oro, applicabile a scopi pii, ad arbitrio del Vescovo. Il 9 agosto don Braida benediceva la posa della prima pietra. Nel 1625 sorse il convento affidato ai padri riformati di san Francesco. Nel 1662 monsignor Battista di S. Martino, vescovo di Losanna, deputato dal vescovo di Ivrea consacrava solennemente la chiesa.

Delle grazie resta il ricordo di quella del 1734 per la fine di una siccità soprattutto curata dagli abitanti di Lusigliè e altre da parte degli abitanti di San Giorgio e Rivarolo. Grande la partecipazione nel 1723 per il primo centenario dell’apparizione.

Nel 1896 monsignor Davide Riccardi, vescovo di Ivrea, procedeva all’incoronazione della Vergine del Sacro Bosco con grande concorso di fedeli. Ancora nel 1904 il santuario fu tappa di un grande pellegrinaggio per il cinquantenario del dogma dell’Immacolata concezione con il vescovo di Ivrea monsignor Filippello. Al terzo centenario dell’apparizione del 1923 grandi pellegrinaggi e celebrazioni religiose, furono svolti.