Inaugurata mercoledì 6 dicembre, alla biblioteca MoviMente, la mostra fotografica “Legends: storie, miti e leggende del Canavese” è visitabile dal 7 dicembre, a mercoledì 20 dicembre negli orari di apertura (info www.legends2023.it).
Sono esposte dieci fotografie, una per ogni luogo canavesano interessato dalla presenza di una storia, mito o leggenda: la collezione fotografica è stata realizzata da Sergio Bertani, con la curatela di Sabrina Sottile.
A Barone abbiamo il mito della grande fabbrica incompiuta: narra di una coppia, Beatrice e Guglielmo, che viveva felicemente nel proprio “castello incompiuto”, con mura di mattoni che si innalzavano a metà della loro altezza.
Un giorno il re propose di costruire il castello a sue spese, ma la coppia rifiutò, per preservare la propria felicità e indipendenza. Chivasso e la leggenda del guardiano delle acque del Canale Cavour.
Si dice che il fantasma del guardiano del Canale continui ancora oggi a vegliare sulle sue acque che attraversano la cittadina e i territori attigui; egli veglia per proteggere il benessere economico dei suoi abitanti che, per questo, continuano a ringraziarlo e a celebrarlo.
A Forno Canavese c’era una volta un uomo di nome Giuseppe Val che aveva perso tragicamente il giovane figlio di nome Luca, grande appassionato di mulini a vento, in un incidente stradale.
Per ricordarlo, Giuseppe decise di costruire un grande mulino a vento.
Si narra poi che nel Castello di Montalto Dora ci siano due fantasmi che appaiono e scompaiono nelle notti di plenilunio: sono due amanti, Emma di Montalto e Guiscardo di Monferrato che, a causa delle inimicizie tra le rispettive famiglie, furono ostacolati nella loro unione ed in seguito raggiunti dalla morte.
La storia del Castello di Montestrutto, a Settimo Vittone, è quella del ricco musicista italiano, ritornato dall’America, che lo fece ristrutturare e lo trasformò nella sua dimora estiva.
Pont Canavese possedeva un tempo due possenti torri, la Ferranda e la Tellaria, costruite in epoca medioevale a difesa della popolazione.
Collegate da passaggi sotterranei, le due torri ospitavano una popolazione di gnomi e folletti che, ancora oggi, si dice escano di notte per fare dispetti o regalare caramelle ai bambini buoni.
A Rivara la storia delle “masche” è stata una pagina oscura del nostro passato, che ispirò persecuzioni nel XV secolo.
Il Castello divenne la sede di uno dei più temuti tribunali dell’inquisizione di tutta la regione.
A San Giorgio Villa Malfatti fu costruita all’inizio dell’800 dalla cantante lirica Teresa Belloc e acquistata nel 1888 da un barone trentino, che non ne modificò mai alcun particolare.
Si passa poi a Sant’Anna Boschi di Castellamonte e ai suoi Castelletti: la zona era un tempo abitata dai Salassi che, prima dell’attacco da parte dell’esercito romano, nei Castelletti sulle colline nascosero il loro tesoro… che nessuno trovò mai.
E infine la Rocca di Sparone, dove re Arduino nel 1004 resistette vittoriosamente all’assedio di Enrico II di Germania.
Alla mostra si aggiungono due iniziative collaterali: giovedì 14 alle 10 la presentazione libro “Il lupo e la dama del bosco” di Elisabetta Signetto e mercoledì 20 alle 16 la proiezione del film “Il tesoro di Ypa” di Danilo Alberto, entrambi ambientati nel Canavese dell’antichità.
Per info: sab.sot@alice.it, www.legends2023.it.
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Redazione Web