di Nicolai Fuglsig
paese: Usa, 2018
genere: guerra
interpreti: Chris Hemsworth, Michael Shannon, Michael Peña, Navid Negahban, Elsa Pataky
durata: 2 ore 10 minuti
giudizio: interessante
La scorsa settimana il film di Per Fly ci ha ricordato il conflitto nato all’interno dello stato iracheno. La guerra narrata in “12 Soldiers” riguarda invece gli effetti dell’abbattimento delle Torri Gemelle a New York. Probabilmente ciascuno di noi ricorda dov’era l’11 settembre 2001 e come, in qualche modo, gli scenari politici del mondo e gli stessi rapporti umani siano cambiati da quel giorno.
La pellicola racconta una vicenda realmente accaduta (narrata nel romanzo di Doug Stanton) e poco nota: all’indomani dell’attentato il capitano Mitch Nelson, tornato a casa dalla moglie e dalla figlioletta, si offre volontario per dirigere una delicata operazione di guerra in Afghanistan.
La missione risulta molto pericolosa: la squadra di Nelson, l’Oda 595 composta da soli 11 militari, dovrà dapprima mettersi in contatto con le milizie ribelli dell’Alleanza del Nord guidate dal generale uzbeko Abdul Rashid Dostum per cercare aiuto contro i talebani; le truppe di Dostum sono in realtà male equipaggiate e risultano molto diffidenti nei confronti degli americani.
In un secondo tempo il distaccamento di Nelson dovrà chiamare in soccorso l’aviazione comunicando via radio le coordinate Gps al comando, per sganciare bombe sugli avversari. Tutto questo immersi in lande desolate, contro guerrieri di terra e a cavallo, mescolando polvere, armi e linguaggi sconosciuti di un nemico composto da migliaia di uomini.
Raccontata così la missione parrebbe quasi impossibile, invece i 12 soldati torneranno tutti salvi a casa e il capitano Nelson stringerà un’amicizia duratura con Dostum, che diverrà poi nel 2014 vicepresidente della Repubblica Islamica dell’Afghanistan (e che nei giorni scorsi è scampato a un sanguinoso attentato, ndr).
Spettacolari riprese dall’alto per i bombardamenti e un’avvincente battaglia finale sono le classiche “armi” adottate dal cinema americano per aggiungere un po’ di retorica a un dramma che prosegue oggi, come allora. Poiché le domande senza risposta rimangono molte…
Graziella Cortese