Il vero trionfatore della serata finale di X Factor è stato l’eterno ragazzo Gianni Morandi. Vicino ai 79 anni, in qualche momento ha dovuto concedersi abili pause, mentre celebrava la sua straordinaria carriera con una selezione delle sue tantissime e amatissime canzoni. Dopo l’esibizione, la conduttrice Francesca Michielin ha ricordato le sue 500 canzoni e i 50 milioni di dischi venduti.
Una carriera iniziata negli anni ’60, quando tutto pareva molto facile e molto bello. L’Italia sorrideva … Così, nel bel mezzo del boom economico, sono nati tanti brani mai dimenticati.
Morandi ammette: “Poi la fortuna mi ha portato avanti e sono qua”. La Michielin sconcertata: “La fortuna? La fortuna va aiutata con il talento e lo studio”. “Ci vuole la fortuna!” replica convinto Morandi.
Grazie Gianni, perché ci hai aiutato a non “ascoltare le solite chiacchiere e indossare le solite maschere”. Ci si illude di potercela fare da soli, mentre c’è sempre bisogno di quella Fortuna che chiamiamo Grazia.
Figlio di un ciabattino, comunista puro e duro, da Monghidoro, nei pressi di Bologna, Gianni deve tutto agli incontri inaspettati che sin dall’inizio segnarono la sua vita. Quando nacque c’era una bufera di neve: il tetto di casa era stato danneggiato dai bombardamenti e un soldato americano portò una coperta per riscaldare il neonato. Conosciuto il suo nome, il militare iniziò a cantare: “Welcome, little John in the smiling world…”.
Il canto non lo abbandonò più. Papà riparando le scarpe cantava “Solo me ne vo per la città” e la mamma, lavandaia, era una fan di Claudio Villa. Grazie a “Volare” di Modugno superò un provino e, a 14 anni, iniziò a cantare sulla riviera romagnola. Mamma e nonna, vincendo le resistenze di papà, lo educarono alla fede e al sorriso. Ancor oggi Gianni, “little John”, si nutre di amicizia, tra Jovanotti e il cardinal Zuppi. La sua passione ha trascinato nel 2018 l’amico Guccini, insieme ai fedeli emiliani, da Papa Francesco.
La fortuna di avere tanti amici gli fece superare anche la crisi che seguì il giovanile successo. Nel momento più difficile, Mogol aveva bisogno di un giocatore per la nazionale dei cantanti e, visto che Gianni giocava bene, lo costrinse a tornare a cantare e a tirar calci al pallone.
“Un’amicizia non la si merita mai. Semplicemente perché l’amicizia può essere solo donata” (Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri)