“All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o un’idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e la direzione decisiva. L’esistenza cristiana consiste nell’incontro con Dio e nel portare l’amore e la forza che lì si riceve per servire i nostri fratelli e le nostre sorelle con lo stesso amore di Dio”.

Con le parole di Papa Benedetto XVI conclude la catechesi di questa settimana, affidata al web perché possa raggiungere, nel tempo, tante persone, il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato.

Catechesi che prende le mosse da un’immagine dolce quanto eloquente, anche se a tutta prima bisognosa di qualche spiegazione.

E’ l’immagine di un presepe che, al margine della scena, vede posta una chiesetta.

Installazione anacronistica, rispetto alla rappresentazione di fatti avvenuti più di duemila anni fa, quando certo non c’erano ancora le chiese edificate con la materia inerte, di pietra e mattoni?

Tutt’altro: si tratta di un’immagine evocativa della Chiesa di carne e sangue, archetipo della Chiesa domestica che si rinnova in ogni tempo, esigente del nostro contributo quanto elusiva del nostro dominio.

Chiesa domestica è riconoscere quella la rete di relazioni che si instaura proprio nella famiglia come primo luogo di “educazione” alla fede: sicchè la Chiesa – comunità dei credenti, nasce sul modello della famiglia.

Non può esserci chiesa domestica senza il sostegno, ogni giorno, dell’azione dello Spirito Santo, che aveva formato quella prima Chiesa dalla quale tutto sarebbe stato originato.

La Chiesa formata da Gesù, Maria e Giuseppe, edificata al centro della Storia in quel singolare momento, pur collocato in un orizzonte temporale, ancorchè non vincolato alla particolare staticità di quell’ora, giacchè “Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” quando a Lui parve fossa l’ora propizia, quando “venne la pienezza del tempo(Gal 4,4).

Ma ora non sottraiamo altro tempo alla parola del Vescovo e lasciamo il Lettore con il filmato.