“Capisco così poco. E man mano che passano gli anni capisco sempre meno. È vero. Ma è vero anche il contrario, cioè che con il passare degli anni capisco sempre di più. Sì, è anche vero che con il passare degli anni capisco tante cose, una quantità spaventosa. Posso quasi essere stufo di quanto poco capisco e quasi spaventato da quanto capisco”. Queste parole di Jon Fosse, il norvegese Premio Nobel per la letteratura nell’anno appena trascorso, descrivono bene il tempo che passa. Inoltre, più il tempo passa e più si fa veloce. E tra le cose che si capiscono emergono anche il limite e il male, che si fanno entrambi temere, come pare suggerire lo scrittore.

Finito un anno, ne è già iniziato uno nuovo. Un anno particolare, perché nel breve lasso di due giorni ho compiuto 70 anni. In uno dei salmi più belli della Bibbia, il salmo 89, troviamo scritto che “gli anni della nostra vita sono settanta,/ottanta per i più robusti”; e la poesia continua: “ma quasi tutti sono fatica, dolore;/passano presto e noi ci dileguiamo”. Eppure il salmista conclude: “Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio:/rafforza per noi l’opera delle nostre mani,/l’opera delle nostre mani rafforza”.

Veramente anche in tutto l’anno passato il Signore ha preservato la vocazione di ciascun membro della mia famiglia, attraverso piccoli e grandi avvenimenti, incontri e scontri, gioie e dolori, grevi fatiche e baldanzosi successi. Posso veramente lodare e ringraziare Dio, intonando l’antichissimo inno della chiesa.

La mia famiglia è stata allietata dalle nascite di James Watum e Marco Otim. Attraverso tanti segni, ma soprattutto Martino Oloya, l’affidato totalmente, che ha compiuto lo scorso ottobre un anno, abbiamo goduto della vita come dono veramente gratuito e dolce.

Mia moglie Luciana ed io avevamo trascorso la fine dell’anno 2022 e l’inizio del 2023 in compagnia di Martino, che era reduce dalla prima operazione al cuore. I suoi genitori poterono, giustamente, festeggiare con gli amici, dopo tanto impegno quotidiano nella cura dell’ultimo nato! Quest’anno, per l’impegno lavorativo di Luciana siamo stati a casa, cenando con semplicità: piadina, insalata (verde e russa!) e formaggio.

Ti lodo Dio perché ci permetti di vivere semplicemente e in sobrietà, custodendo con gioia la nostra vocazione.

 

La redazione coglie l’occasione del 70° genetliaco dell’amico e collaboratore Filippo Ciantia per augurargli tutte le cose belle che desidera per sé, la sua famiglia e i suoi molteplici impegni di volontariato. E lo ringrazia per la fedeltà, oltre che per le sempre felici scelte dei temi di vita trattati nell’appuntamento settimanale con questa rubrica sul nostro giornale, al quale apporta da anni ormai sguardi intensi che condivide con ogni lettore in un perenne slancio generoso e infaticabile di amicizia (c.m.z.)