La Fondazione Raimondi di Gorla Minore, in provincia di Varese, è un istituto di riabilitazione generale geriatrica e residenziale. Don Gaspare Raimondi lasciò tutte le sue sostanze al nipote Francesco per la costruzione di un ospedale per poveri infermi, che aprì nel 1826. Fedele alla sua missione, quando mia moglie Luciana iniziò a lavorarci nel marzo del 2010, ospitava anche 12 persone in stato vegetativo. Il 7 gennaio scorso, dopo molti anni di degenza e di cura, è morta l’ultimo di questi malati.

Nel 2011, Maria, la mamma di Francesco Grillo, ricoverato in stato vegetativo presso l’ospedale, aveva scritto a Benedetto XVI, chiedendo: “L’anima di questo mio figlio ha abbandonato il suo corpo, visto che lui non è più cosciente, o è ancora vicino a lui?”.

Per la prima volta nella storia, un Papa rispose a questa e ad altre domande attraverso un’intervista televisiva, trasmessa nel pomeriggio del 22 aprile.

“Certamente l’anima è ancora presente nel corpo. La situazione… è come quella di una chitarra le cui corde sono spezzate, così non si possono suonare… anche lo strumento del corpo è fragile, è vulnerabile, e l’anima non può suonare, per così dire, ma rimane presente. Quest’anima nascosta sente in profondità il vostro amore, anche se non capisce i dettagli, le parole, eccetera, ma la presenza di un amore la sente… Perciò questa vostra presenza, cari genitori, cara mamma, accanto a lui, ore ed ore ogni giorno, è un atto vero di amore di grande valore, perché entra nella profondità di quest’anima nascosta e il vostro atto è, quindi, anche una testimonianza di fede in Dio, di fede nell’uomo, di fede, diciamo di impegno per la vita, di rispetto per la vita umana, anche nelle situazioni più tristi…

Vi incoraggio a continuare, a sapere che fate un grande servizio all’umanità con questo segno di fiducia, con questo segno di rispetto della vita, con questo amore per un corpo lacerato, un’anima sofferente”.

È sempre più urgente avere chiare ragioni per proteggere la vita in tutte le sue stagioni e situazioni, anche in tempi in cui – quando “non serve ancora” come per i nascituri, oppure “non serve più”, come per i malati gravi e i grandi anziani – si pensa di poterne decidere la fine a nostro piacimento.

La ragione più grande è la testimonianza viva di semplici persone, come mamma Maria.