(gabriella franzino – edy guglielmetti) – Il 31 gennaio nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta in Feletto si è celebrata la consueta Messa serale del mercoledì, ricca però di contenuti liturgici e religiosi.
Accogliendo i fedeli, il parroco Don Stefano Teisa ha ricordato il Santo del giorno, San Giovanni Bosco e la sua cura per i giovani, per la loro vita così preziosa agli occhi di Dio.
In seguito ha benedetto le candele, simbolo di Cristo luce del mondo, come viene chiamato il Bambino Gesù dal vecchio profeta Simeone durante la presentazione al Tempio.
Anticipando la festa liturgica della presentazione al Tempio di Gesù che cade il 2 febbraio, 40 giorni dopo il Natale, e che è comunemente definita candelora, il Parroco ha posto l’accento sul compito dei genitori: come Maria e Giuseppe hanno presentato il proprio figlio al Tempio, così i genitori devono portare i figli a Dio, offrendoli assieme alle loro debolezze, fragilità, ignoranze e inadeguatezze. Le candele benedette sono state poi distribuite ai fedeli e accese nelle proprie case come simbolo di vita, amore e verità.
Al termine della funzione liturgica un altro momento significativo: la benedizione della gola impartita mentre si appoggiano due candele incrociate e invocando San Biagio con la giaculatoria: ”Per intercessione di San Biagio Vescovo e Martire, Dio ti liberi dal mal di gola e da ogni altro male. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen”.
L’atto si collega ad una tradizione secondo cui il Vescovo e Martire Biagio (giorno liturgico 3 febbraio), avrebbe prodigiosamente liberato un bambino a cui si era conficcata in gola una spina o lisca.
Un rituale questo che, seppur legato alla memoria di tradizioni del passato, esorta ad affidarci all’azione benedicente di Dio e alla sua fiducia di Padre.
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