Siamo alla vigilia di una delle festività mariane più sentite dal popolo di Dio e, in particolare, capaci di suscitare una devozione antica e sempre nuova, sempre viva, in quella ampia area di territorio che afferisce al Santuario della Beata Vergine del Trompone.

Situato in un punto che è naturale cerniera tra due Diocesi, Ivrea e Vercelli e due provincie, quella che ora si chiama “metropolitana” di Torino e quella vercellese.

Un confine, però, che non ferma certo l’amore di Maria per il suo popolo che la onora e prega, soprattutto in questi giorni, per la visita che Ella ha voluto rendere a Lourdes, incominciando in quel lontano 11 febbraio 1858: si sarebbe presentata alla giovane Bernadette (nell’apparizione del successivo 25 marzo) dicendo di sé: Que soi era Immaculada Conceptiou.

Sono l’Immacolata Concezione.

Non le parlò in francese, né in latino, ma nel dialetto locale, un patois così simile a quella lingua occitana che è il codice comunicativo di una vasta parte dell’Arco Alpino, dalle nostre Alpi, fino ai Pirenei.

Non nella lingua dei ricchi e dei dotti, di quella che molto più tardi si sarebbe chiamata “società integrata”, ma in quella di una società marginale nella quale la famiglia di quella ragazza occupava un posto che più marginale non si sarebbe potuto immaginare.

Ci torneremo.

Non nella lingua dei dotti, quel latino di cui pure erano fatte le parole della Bolla pontificia “Ineffabilis Deus” data da Papa Pio IX l’8 dicembre 1854, il documento che sancisce la Verità di Fede dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.

Mancava, forse, la “firma” della diretta interessata, cioè proprio la Madonna, che a Lourdes così disse di sé: sono l’Immacolata Concezione.

Grazie alla sensibilità pastorale del Parroco di Villareggia, Mazzè e Tonengo, Don Alberto Carlevato, il Santuario, particolarmente in questa occasione, diventa luogo di una viva e feconda osmosi pastorale tra i due territori: un solo territorio nel cuore di Maria.

Ci torneremo volentieri nelle prossime ore, anche per rinnovare a Don Alberto i sentimenti di cordoglio per la scomparsa della mamma, Signora Giovanna Pellino, di cui si celebrerà la S.Messa di Trigesima, domani.

Don Alberto ha sempre saputo, oggi forse con ancora maggiore consapevolezza, che, quando per la mamma di ciascuno di noi giunge l’ora di intraprendere la strada che Re Davide chiamava come quella “di ciascuno uomo sulla terra”, è altresì l’ora in cui più vicina, amorevole e materna si fa la presenza di Maria.

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