IVREA – Cresce fra i giovani, in tutto il mondo, l’interesse per la spiritualità. È uno dei risultati di un’indagine realizzata dal Gruppo Footprints. Young People: Expectations, Ideals, Beliefs della Pontificia Università della Santa Croce, insieme all’istituto di sondaggi spagnolo GAD3, che saranno presentati questa mattina presso la sede dell’Università a Roma. L’analisi si è svolta nei mesi di novembre e dicembre 2023 ed è stata realizzata in 8 Paesi: Argentina, Brasile, Italia, Kenya, Messico, Filippine, Spagna e Regno Unito. Il campione è composto da 4mila889 giovani tra i 18 e 29 anni di età.

Sovente ci piace girare con le fette di prosciutto sugli occhi. Vivere la fede per sé e pensare che vada sempre tutto bene, parlarsi addosso con fare stentoreo. Lo possiamo constatare nell’ambito comunicativo, dove molti servizi erogati da istituzioni diverse non rispondono appieno all’equazione necessità-servizio, requisito fondamentale per definire utile un’attività.

Facciamo qualcosa perché lo dobbiamo fare, perché ce lo chiede qualcuno, perché lo fanno tutti, e non guardiamo alla reale necessità del nostro pubblico. E quelle volte che il servizio ha un discreto feedback non ci accorgiamo che, invece di compiere un’azione (anche di evangelizzazione), stiamo alimentando solo la nostra riserva digitale.

A volte mettersi in discussione fa bene, occorre che qualcuno ci tolga le fette dagli occhi. Potrebbe essere questa una delle intenzioni dell’indagine. Sono tanti gli spunti positivi, ci sarà tempo e spazi per approfondirli prossimamente; oggi solo qualche anticipazione.

“Aumenta fra i giovani di tutto il mondo l’interesse per la spiritualità”. Molti però i dati che fanno riflettere. Il 42% dei giovani italiani si dice credente, sugli autodefiniti cattolici il 47% crede che Gesù abbia istituito i Sacramenti e la Chiesa e solo il 53% che Cristo sia realmente presente nell’Eucarestia. Un dato sconcertante ma prevedibile, che rispecchia la società in cui viviamo. Vuol dire che il restante 47% vive la Chiesa senza le sue fondamenta. Rimbalzarsi le responsabilità per questi risultati è facile, nessuno è escluso.

È il falso paradosso dell’educazione, dove il genitore se educa alla fede vedrà il figlio cresciuto scappare e se non lo fa probabilmente per ribellione da grande si riavvicinerà. Paradosso da cui si esce solamente educando alla libertà e ricordando che la trasmissione della fede non è un principio sociologico ma la testimonianza dell’amore per Cristo.

Solo liberi genitori innamorati avranno liberi figli innamorati. Essere ardenti amanti quindi, in ogni campo della vita, è la nostra arma più potente per sovvertire questi tristi dati.