(elisabetta acide) – Lunedì 4 marzo , nel tempo quaresimale la formazione del lunedì nella Parrocchia di Borgo Revel, con il canonico e Arciprete, don Luca Meinardi, si è concentrata sul brano di Luca 23, 33-46.
La rassegna, lo ricordiamo, partita nel mese di giugno 2023, si inserisce ora nel cammino quaresimale che la comunità sta percorrendo
Quello sguardo dall’ alto: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”.
Don Luca, dopo la presentazione da parte degli organizzatori dell’attività, del relatore e il canto di introduzione “Signore ascolta padre perdona” eseguito dal gruppo parrocchiale “Andar a Messa cantando”, aiuta i presenti a riflettere sul brano letto dal Vangelo di Luca, che sottolinea quello “ Sguardo dall’ alto”.
Don Luca “legge” il brano nella prospettiva teologico-spirituale: quella di Dio, perché lo “sguardo dall’Alto” è “esclusivo” di Dio.
Citando il Salmo 112/113 , don Luca ricorda quello “sguardo” di Dio, sguardo che “risolleva l’uomo”:
“Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra?
Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero”.
Solo quando l’uomo “entra” nel Mistero di Dio, può “chinarsi” sull’altro uomo, solo l’uomo che “entra” nel mistero di Dio può “guardare” il fratello “più in basso”, ma solo per “chinarsi su di lui” e “risollevarlo”.
E don Luca, citando Papa Francesco, aiuta a comprendere la “logica” dello sguardo di Dio:
“Ricordiamoci che è lecito guardare una persona dall’alto in basso soltanto per aiutarla a sollevarsi: niente di più. Soltanto in questo è lecito guardare dall’alto in basso”.
Il Mistero dell’Incarnazione che deve essere compreso nella sua “essenza”: Dio si è “svuotato” per farsi carne: e don Luca ricorda il testo di S: Paolo “Cristo Gesù svuotò sé stesso assumendo la condizione di schiavo…Umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte in croce.”(Filippesi 2,7-8). La Kénosis.
La “spoliazione” per essere uomo, per condividere l’umanità, la “condizione” umana e redimerla, perdonarla, salvarla.
E Gesù su quella croce, “ritorna” nella sua gloria: Cristo “brillerà” da quella croce nella sua gloria, Signore “luminoso”, come su quel monte Tabor alla presenza di Pietro, Giacomo e Giovanni.
Lo “svuotamento”, il Mistero dell’Incarnazione, e per aiutare a comprendere meglio il “senso” della misericordia di Dio, il relatore, cita le tre parabole del capitolo 15 del Vangelo di Luca, quel “Vangelo nel Vangelo” che ci raccontano lo “sguardo” nuovo di Dio sull’uomo. DI quel Dio che si è “chinato”, di quel Dio che ribalta le “regole umane” per insegnarci quell’insensato Amore fatto di croce e di perdono.
Ecco lo “sguardo” dall’alto: l’agire di Dio per l’uomo.
E l’uomo “entra nel cuore di Dio”: nella conoscenza dell’Amore di Dio e Cristo sta la vita eterna, quella che il Padre ci prepara nella gloria.
Perché nel cuore di Dio c’è tutto: “Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Ef 3,14-19).
E allora anche noi proveremo a essere “capaci di perdono”, solo se sapremo lasciarci “vedere” da Dio, “abitare” da Lui.
In questo percorso quaresimale ormai avviato come comunità , avremo ancora passi da compiere, avremo ancora molte riflessioni da fare, come quella folla che “stava a vedere” quell’ uomo sulla croce, e ascoltava quelle parole.
Gesù perdona, non sono solo parole: solo Dio è la risposta liberatrice per l’ uomo che soffre, che ha peccato, che è nel dolore.
Gesù chiede al Padre di perdonare e di salvare. Gesù rimane sulla croce per salvare e mentre è lì sulla croce invoca il perdono e perdona.
E quel perdono, quella morte salva, quella croce sarà rivelazione di chi è Dio e di cosa e’ il suo
Amore per gli uomini.
“Entriamo nel cuore di Dio”, Facciamoci “Abitare” e Dio “prenderà dimora” in noi, e noi proveremo ad aprire il nostro cuore nel suo ed al suo, per Lui ed i fratelli.
Preghiera, ascolto della Parola, Eucaristia, elemosina, digiuno, saranno i nostri passi verso quella Luce, quella “sorgente di acqua zampillante” (Ger 2,13), che placherà la nostra sete lui che è “sorgente di vita” (Salmo 36,10) per le nostre cisterne piene di crepe.
La serata, dopo alcune riflessioni dei presenti, si è conclusa con il saluto e ringraziamento del parroco che guida la comunità don Valerio D’Amico.
A don Luca Meinardi un profondo ringraziamento dalla comunità parrocchiale di Borgo Revel per aver accompagnato con la sublime riflessione ed essersi fatto “compagno di viaggio”, ed aver offerto occasione di formazione spirituale che costituisce il cuore che unifica e vivifica la vita. I presenti, con il loro parroco, faranno tesoro di queste parole, affinché docili all’azione dello Spirito, sappiano vivificare la loro vita e il servizio ai fratelli.
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