“Tu non hai avuto paura, noi non abbiamo paura!”: è lo slogan gridato dalla folla che a Mosca ha salutato e onorato Aleksei Navalny. Non ci si aspettava che tanta gente sfidasse le autorità e la polizia, raccogliendosi fuori dalla chiesa dell’Icona della Madre di Dio e lungo il percorso di circa tre chilometri al cimitero di Borisovskoye.
Eppure, in uno dei primi servizi della BBC che mi è capitato di vedere in un TG italiano, una donna esprimeva la paura, tanta, che però non le aveva impedito di dimostrare la propria vicinanza e ammirazione per l’eroico uomo politico – simbolo dell’opposizione al potere pervasivo e implacabile – morto in carcere come ai tempi dei gulag sovietici.
“Non sono riuscita a starmene a casa, perché ho pensato di dover esprimere il mio ultimo rispetto a quest’uomo. […] Avevo molta paura, ma ho capito che dovevo essere qui e parlare!”.
Tra la folla qualcuno ha suonato la colonna sonora – molto bella – del film “Terminator 2: Il giorno del giudizio”, il più amato da Navalny, che identificava Skynet con il sistema di potere russo, che tanto assomiglia a quello sovietico di tristissima memoria. Dal futuro vengono inviati due cyborg: dalla resistenza per difendere il giovane John Connor, destinato a diventare in seguito il valoroso capo della resistenza umana contro le macchine infernali, da Skynet invece con la missione di uccidere il giovane. Occorre che un altro mi protegga e mi stia al fianco per vincere il Male e compiere la mia missione.
All’inizio di un altro film di successo, interpretato da Pierfrancesco Savino, “Comandante”, il protagonista Salvatore Totaro si rivolge ai suoi marinai del sommergibile “Cappellini”: “Non fate finta di non avere paura. Amatela. Chiamatela!”.
Le migliaia di coraggiosi che hanno sfidato il potere a Mosca, come tutti, hanno avuto paura, hanno ancora paura, ma come Navalny hanno “dovuto fare qualcosa”, rischiare tanto, partecipare al suo sacrificio, perché la fame di libertà, il desiderio di giustizia, il gusto del bene che quell’uomo aveva suscitato in loro erano più forti. Il potere “si nutre della paura”, ma teme la verità. Teme la Verità, soprattutto quando essa trova una persona o persone che danno la vita per proclamarla.
“Nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto scaccia la paura” (1 Giovanni 4,18)