Il 13 marzo scorso sono stati presentati i numeri delle donazioni e dei trapianti effettuati nel 2023 in Piemonte, regione che può considerarsi virtuosa con 536 trapianti effettuati nell’ultimo anno solare (+30% rispetto al 2022), per un totale di 589 organi vitali, anche in molte combinazioni simultanee nello stesso ricevente (trapianti “combinati”). In forte aumento risulta il numero dei donatori (+36%) e questo grazie alla loro sensibilità ma anche alle competenze espresse dalle equipe mediche e infermieristiche e dalla qualità dei programmi di trapianto.
I donatori sono stati 179, il miglior risultato di sempre e in linea con l’incremento registrato dall’Italia. Nel 2023 sono cresciuti i programmi di donazione di organi da soggetto con cuore fermo: le donazioni sono passate da 12 nel 2022 a 23 nel 2023 (+92%).
Notevole aumento hanno registrato le donazioni di tutti i tessuti e soprattutto delle cornee, passando da 768 donatori nel 2022 a 1.003 nel 2023 (+31%). Le opposizioni alla donazione si sono attestate al 30,5% (un dato sovrapponibile a quello nazionale), in lieve diminuzione rispetto al 2022 (quando erano al 31%).
Per quanto riguarda la manifestazione di volontà espressa contestualmente al rinnovo della carta di identità, si esprimono 6 cittadini maggiorenni su 10 e il 68,4% di questi si dichiara favorevole alla donazione. Per la prima volta c’è stata una donazione di rene da vivente nel contesto del programma nazionale per le coppie donatore-ricevente tra loro incompatibili. E come per gli organi, anche per i tessuti il Piemonte si distingue: le Banche di Tessuti sono attive per i tutte le richieste dei chirurghi specialisti, e i trapianti del 2023 sono vicini ai 1.400 (+ 13%).
Questi numeri offrono speranze soprattutto se teniamo in considerazione che la persona che deve essere trapiantata, non ha altra possibilità di vita se non quella di poter sostituire un organo malato con uno sano. Le implicazioni psicologiche sono diverse, per il ricevente ma anche per chi esprime la volontà di donare (sia chi decida di donare da vivente, sia chi consenta l’espiantazione dei propri organi post-mortem). Accanto al sistema medico chirurgico diventano essenziali anche i servizi di accompagnamento psicologico nell’iter verso il trapianto, anche per i familiari, soprattutto di chi, defunto, non ha espresso una esplicita volontà all’espianto.
Chi esprime la volontà di donare è sovente una persona che ha fiducia nella scienza e nel sistema sanitario e che pensa al benessere della comunità. È comunque qualcuno che ha familiarità con il tema, magari avendo avuto modo di conoscere persone che hanno concesso la donazione degli organi o ne hanno ricevuti.
I dati forniti e che riguardano la Regione Piemonte danno una spinta di ottimismo, ma sarà importante continuare ad impegnarsi affinché il consenso alla donazione sia consapevole, in un percorso in cui si possa essere messi al corrente e dunque rassicurati su tutto il processo che rende quel potenziale donatore un futuro donatore, e questo significa rendere anche il personale dei servizi anagrafici (figure cruciali perché oggi accolgono o propongono l’espressione della volontà alla donazione) sempre più competenti nell’accogliere domande e dubbi di chi deve esprimere una scelta tanto importante.