(Ferdinando Zorzi)

L’incredulità di San Tommaso è un tema largamente rappresentato nell’arte pittorica e un episodio che quasi tutti ricordano: non è difficile, infatti, identificarsi con il suo umano bisogno di prove concrete per credere in ciò che gli è stato narrato dagli altri apostoli.

Molti fedeli devono aver pensato, nel corso dei secoli, che sarebbe stato bello poter fare l’esperienza “tangibile” di San Tommaso e risolvere tutti i propri dubbi di fede; così gli artisti hanno insistito sul gesto dell’apostolo che allunga il braccio e tocca il costato di Cristo. Ad esempio, Guercino rappresenta un Tommaso maturo e barbuto che appoggia l’indice e il medio sulla ferita di un Gesù giovane e trionfante. Caravaggio, invece, affronta il medesimo tema con il suo crudo realismo e mette in scena lo stesso Gesù che afferra il polso dell’apostolo e ne spinge la mano nel costato, al punto che la prima falange dell’indice sparisce nella carne: un’immagine davvero impressionante.

Nonostante queste ed altre rappresentazioni, le intenzioni dell’apostolo e l’invito del Signore, il Vangelo non dice esplicitamente che Tom-maso abbia infilato il dito nelle piaghe, ma potrebbe essersi “accontentato” di vederle. In un modo o nell’altro, è giunto alla dirompente esclamazione, riconoscendo il suo Κύριός (Signore) e Θεός (Dio): una professione di fede che i parroci di una volta invitavano ad imparare e pronunciare (a bassa voce, almeno nella traduzione italiana) al momento dell’elevazione del Corpo e del Sangue di Cristo.

A pensarci bene, anche se non abbiamo vissuto contemporaneamente a Gesù, anche noi, tramite l’Eucaristia, possiamo fare la stessa esperienza della Sua presenza reale: vedere, toccare, riconoscere e credere.

Gv 20,19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!».
Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi».
Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.
Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!».
Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso.
Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!».
Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!».
Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.