Mentre ad Ivrea si procede con l’organizzazione di tutto quanto concerne l’Ordinazione Episcopale di don Roberto Farinella il prossimo 29 settembre, a Biella si fa altrettanto per quel che riguarda l’ingresso canonico in quella diocesi il 14 ottobre. Già nel prossimo numero del nostro giornale avremo modo di dare le prime note organizzative e logistiche per l’evento del 29 settembre. Lo stesso faremo su www.risvegliopopolare.it e sulla nostra pagina Facebook.

Intanto Carlo Barbieri, araldista civico e pontificio, ha organizzato lo stemma del vescovo Roberto su sue precise indicazioni. Il motto episcopale in latino recita che “La Speranza del raccolto è nel seme”, mentre la parte iconografica viene araldicamente così descritta: “Partito: nel primo d’azzurro, alla stella d’oro di otto raggi, accantonati da petali di giglio, d’argento, accompagnata in punta da una montagna d’argento di tre cime, movente dalla partizione; nel secondo, di rosso alle tre spighe di frumento, d’oro, poste a ventaglio, legate da un nastro d’argento e svolazzante”. Ornamenti esteriori di dignità vescovile.

Che cosa vuol dire? Ce lo spiega lo stesso Barbieri. “Il vescovo Roberto ha desiderato dare particolari significati allo stemma ed alle figure che lo compongono. Nella parte sinistra compare una stella a otto punte alternate da petali di giglio, come negli affreschi del sacello che custodisce l’effige della Madonna di Oropa. Maria è la stella del mattino, il giglio è simbolo della sua purezza e del suo essere umile serva del Signore”.

Nello stemma ci sono poi i tre monti che simboleggiano la presenza costante di Maria anche nella storia personale del vescovo Roberto: “La città natia di Castellamonte, sotto la protezione della Madonna del Monte Carmelo – ci spiega l’araldista Barbieri -; poi il santuario di Ivrea di Monte Stella, e quello sul monte di Oropa. Il monte costituisce inoltre luogo fortemente evocativo dell’esperienza dell’incontro con Dio”. Il campo azzurro, colore della volta celeste, è simbolo del manto che la Vergine stende a protezione del suo popolo fedele. All’intercessione di Maria il vescovo Roberto affida il suo ministero e il cammino della Chiesa biellese.
Nello stemma ci sono poi le spighe di frumento che richiamano le parole di Gesù: “Io sono il Pane vivo, disceso dal cielo” e si ricollegano anche alla tematica vocazionale contenuta nel motto episcopale. Inoltre, la farina da esse prodotta evoca il cognome del vescovo Roberto. Spiega sempre Carlo Barbieri. “Ulteriore rimando eucaristico è costituito dal campo rosso, che simboleggia il sangue prezioso di Cristo, versato per la nuova ed eterna alleanza, in remissione dei peccati. La croce astile accollata allo scudo è presentata nella forma detta ‘mauriziana’ che identifica i martiri della legione tebea, a cui appartenevano i santi Besso e Tegolo, primi patroni della diocesi eporediese e il loro primicerio san Maurizio, titolare dell’omonima chiesa di Ivrea, già sede del seminario di cui il vescovo Roberto è stato alunno e rettore”.