Nel mondo di oggi troppe disperazioni e poche speranze. Papa Francesco promulga “Spes non confundit” – La speranza non delude (Rm. 1,5) –, Bolla d’indizione del Giubileo ordinario 2025. “Pellegrini di speranza”, perché la speranza manca, ma di essa c’è bisogno, e nella Bolla quella parola ricorre 96 volte.
Il Giubileo inizia il 24 dicembre 2024, termina il 6 gennaio del 2026, con l’apertura-chiusura della Porta Santa di San Pietro. Altre Porte Sante saranno aperte a Roma e in tutte le diocesi del mondo. Nelle Chiese particolari il Giubileo terminerà domenica 28 dicembre 2025. Il 29 dicembre 2024 nelle Cattedrali “i vescovi celebrino l’Eucaristia con apertura dell’Anno giubilare – si legge nelle disposizioni –. Il pellegrinaggio verso la Cattedrale sia segno del cammino di speranza che, illuminato dalla Parola di Dio, accomuna i credenti”.
Il Pontefice mette in continuità l’Anno Santo 2025 con il Giubileo della misericordia del 2015-16 e con quello del 2033 quando ricorreranno i duemila anni della Redenzione (33-2033). Sottolinea la coincidenza dell’Anno Santo con i 1.700 anni del Concilio di Nicea in funzione ecumenica: la Pasqua 2025 sarà celebrata in unica data, domenica 20 aprile, da tutti i cristiani. “Incontriamo persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità – scrive il Papa –. È necessario porre attenzione al tanto bene presente nel mondo per non ritenerci sopraffatti dal male e dalla violenza. I segni dei tempi chiedono di essere trasformati in segni di speranza”. Perché quest’ultima “non cede nelle difficoltà: si fonda sulla fede ed è nutrita dalla carità”.
Imparentata alla speranza c’è la pazienza. “Siamo ormai abituati a volere tutto e subito – nota Papa Francesco –. La pazienza è stata messa in fuga dalla fretta, con grave danno delle persone. Insofferenza, nervosismo, violenza gratuita generano insoddisfazione e chiusura”. Ma la pazienza, frutto dello Spirito Santo, “tiene viva la speranza e la consolida”.
La comunità cristiana “non sia seconda a nessuno nel sostenere la necessità di un’alleanza sociale per la speranza, inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine che vengano a riempire le ormai troppe culle vuote in molte parti del mondo”.