IVREA – Non si arresta, né diminuisce l’opera sociale svolta dalla Caritas diocesana di Ivrea davanti alle persistenti difficoltà in cui si trovano numerose famiglie italiane e straniere nel nostro territorio. Più volte su queste pagine abbiamo raccontato l’opera di decine di volontari impegnati nei diversi settori di assistenza diretta, degli aiuti che Caritas riceve per poter continuare ad aiutare grazie anche al suo braccio operativo dell’associazione Agape.

Oggi, con il contributo degli operatori, entriamo nel “settore salute” sostenuto anche con l’8xmille che riceve la Chiesa cattolica, che a sua volta riversa sui tanti attori che operano nel territorio italiano a sostegno di interventi di carità e di solidarietà per dare risposte adeguate alle vecchie e nuove povertà e ai disagi.

Se i numeri di Caritas diocesana per le attività del 2023 indicano che hanno operato 80 volontari, quasi 1.100 i nuclei familiari sono approdati al centro ascolto, 7.500 i pranzi caldi distribuiti, 1.600 le borse per l’infanzia, 20 i posti letto disponibili al dormitorio e quasi 11mila i pacchi viveri distribuiti, ora puntiamo l’attenzione sul Centro Ascolto Salute che si trova al secondo piano dello stabile in Via Varmondo 7 ad Ivrea, nato sull’esperienza della Caritas di Fano, è che stato attivato presso la Caritas diocesana di Ivrea nel maggio 2019 con lo scopo di aumentare l’offerta di aiuto e supporto alle persone in difficoltà economico-sociale anche in ambito sanitario.

“Sosteniamo direttamente visite mediche anche specialistiche con indagini strumentali o in collaborazione con l’Associazione Art 32 – ci dicono medici, infermieri e operatori del Centro – distribuiamo farmaci, occhiali, abbiamo delle convenzioni e delle collaborazioni per l’ortopedia e l’odontoiatria. Laddove è possibile chiediamo un piccolo contributo al beneficiario in modo che si senta responsabilizzato verso gli interventi per se stesso e per i tanti altri che serviamo”.

“All’inizio l’ambulatorio medico era aperto un giorno alla settimana con la presenza di un solo medico, oggi è aperto tre giorni alla settimana perché il servizio viene svolto da quattro medici e un’infermiera, tutti volontari – ci raccontano ancora –. Sin dall’inizio è stato messo a disposizione dei pazienti il numero del cellulare del Centro (349 5764041 whatsapp), sempre attivo dalle 9 alle 20 dal lunedì al venerdì, a cui è possibile telefonare o mandare messaggi”.

Al Centro Ascolto Salute della Caritas diocesana si rivolgono stranieri in attesa di regolarizzazioni, minori stranieri non accompagnati, italiani che per ragioni diverse non hanno diritto al SSN, ma anche molti anziani e molte famiglie che sono cadute in povertà perché hanno perso il lavoro o i sussidi economici. Il grafico in pagina mostra bene queste realtà.

“Facciamo le visite ma ancor prima ci dedichiamo all’ascolto dei beneficiari – sono sempre i volontari a parlare del loro lavoro – per intercettare le necessità e le difficoltà economiche, perché non operiamo in alternativa ai medici di base o agli specialisti o agli enti preposti a curare le dipendenze patologiche, ma in collaborazione con loro e a fronte delle loro ricette interveniamo perché gli assistiti possano ottenere le prestazioni prescritte”.

Un capitolo importante è quello dei farmaci che costituisce un costo rilevante e per i quali è sempre attiva la collaborazione con il Banco del Farmaco di Torino e con le farmacie del territorio che raccolgono le donazioni di cittadini in possesso di farmaci in confezioni integre, non più utilizzati. Tuttavia è sempre impegnativa anche la spesa diretta della Caritas per l’acquisto diretto di medicine. C’è poi il capitolo delle visite specialistiche e le indagini strumentali che vede coinvolta al fianco di Caritas l’Associazione Salute Art 32 di Banchette che, grazie alla collaborazione di professionisti (circa 40 medici in pensione, volontari), permette di soddisfare gratuitamente le richieste quando il SSN non è in grado di dare risposta in tempi congrui o con ticket non sostenibili dai pazienti. Quando Salute Art 32 non può effettuare gli esami il pagamento del ticket da parte di Caritas diventa inevitabile.

“Le statistiche – concludono il nostro incontro i medici e gli operatori – ci dicono che in Piemonte l’invecchiamento della popolazione è tra i più alti in Italia e che c’è il più alto numero di capofamiglia donne; questi sono fattori di rischio di impoverimento. L’esperienza ci dice che la spesa per i farmaci sta diventando sempre più pesante e insostenibile, che l’accessibilità alla cure del SSN sono sempre più lente e costose, che troppa parte della popolazione ha smesso di curarsi oltre che di fare prevenzione”.

c.m.z.