Si stanno contando i danni economici dovuti agli eventi climatici disastrosi del week end scorso in Piemonte e Valle d’Aosta. Talvolta si deve aggiungere il costo in vite umane: quelle perdute (non è stato questa volta il caso, per fortuna) e quelle impattate dal fenomeno.
Già, perché il cambiamento climatico e le conseguenze che comporta ha effetti diretti anche sulle comunità e sugli individui e, benché questi siano studiati da diverso tempo, ancora non vengono trattati come una vera e propria emergenza.
Incendi o esondazioni portano al disturbo da stress post traumatico; le violente ondate di caldo, soprattutto per i più fragili, possono produrre stati di euforia o disregolazione, disturbi dell’umore, aumento della stanchezza e del nervosismo con conseguente aumento dei comportamenti etero ed auto aggressivi. I danni causati dalla furia del (mal)tempo hanno un effetto sulla psicologia dell’individuo perché ciascuno di noi è inserito in un ambiente con specifiche caratteristiche che determinano sia la routine della gestione del quotidiano sia la previsione e la progettazione del futuro.
In un contesto climatico che cambia, si alterano le abitudini e le persone trovano difficoltà a programmare il da farsi, per sé e per chi vive loro accanto. Questa difficoltà di adattamento conduce a umori depressi, ansia, disturbi della condotta. Il territorio che cambia, il senso di perdita delle risorse, la paura di privazioni economiche e alimentari, il senso di colpa o di frustrazione per ciò che non è stato fatto e che si sarebbe potuto fare… sono tutti elementi che agiscono nella mente e per qualcuno potrebbe trattarsi di pensieri ed emozioni nuove, che non ha mai esperito fino ad ora e con cui, attualmente, si trova a fare i conti.
La gravità di questi disagi è tale da poter compromettere, e in maniera significativa, le aree sociali, lavorative e familiari della persona che le sperimenta e per questo tali condizioni non devono essere sottovalutate dai medici che le prendono in carico.
È chiaro che non tutti poi reagiscono allo stesso modo perché ognuno elabora una propria risposta alle sollecitazioni stressanti. Un pensiero consapevole di quanto sta accadendo riduce lo stress derivato da pensieri ossessivi di perdita o di attesa, onde evitare che la condizione di malessere peggiori e cronicizzi.