La visita storica del Patriarca di Costantinopoli a Ivrea per la festa patronale di San Savino – che l’Ufficio diocesano delle Comunicazioni Sociali ha fatto rimbalzare ampiamente sui social di questo giornale e su quelli della diocesi, e sul sito istituzionale, con ampi servizi fotografici, dirette streaming, pubblicazione di testi integrali degli interventi – è il frutto di una stretta collaborazione e di un’azione sinergica tra persone e competenze diverse: che stordisce chi pensa ancora che la gestione comunicativa di eventi sia un fatto personale, a scatola chiusa, sovente conflittuale, in concorrenza.
Il legame sempre più forte tra i vari strumenti della comunicazione, diversi tra loro, ma con lo stesso obiettivo di informare, e pure formare, apre la riflessione a una dimensione altra della comunicazione stessa, che ha come affermazione più alta che tutta la vita è incontro… e che se smettessimo di incontrarci è come se smettessimo di respirare.
Comunicare è partecipare, è parlare, è alimentare pensieri, non è correre da soli – preludio a inciampare –, è condividere idee e suggestioni per collaborare e incidere nella costruzione delle nostre comunità e della società.
Fuori da questo quadro si spreca tempo e anche denaro. Non si rende un servizio, si compie un’azione: che sono due posizioni assai diverse. Condivisione, dialogo, ecumenismo, incontro… sono parole più volte pronunciate anche durante la visita del Patriarca Bartolomeo, perché proprio da qui, nei contesti più diversi, non senza sforzi e persino ostacoli, cammina la storia e con essa gli uomini e le donne che la abitano.
La comunicazione, infatti, non è una questione personale: pena l’inefficacia e l’ininfluenza.