Il mondo salvato dai ragazzini, così dice Elsa Morante nel suo celebre romanzo. E qui il regista Hirokazu Kore’eda, che torna al cinema a lui più congeniale, con le case e le famiglie dei protagonisti, ci racconta una storia molto intensa ambientata nel Giappone contemporaneo.
Minato è un ragazzino di 11 anni che vive con la madre rimasta vedova da poco. La donna lavora in una stireria ed è piuttosto apprensiva nei confronti del figliolo: ultimamente Minato sembra comportarsi in modo strano, qualche volta è assente, non ascolta chi gli sta intorno, si rinchiude in se stesso. E se dipendesse dalla scuola e gli insegnanti? La signora Saori non pone tempo in mezzo e si rivolge subito alla preside dell’Istituto. L’accusato è il professor Hori, che pare avere metodi di insegnamento bruschi e a volte violenti, e poi sembra coltivare amicizie discutibili: ma forse si tratta solo di insulsi pettegolezzi.
Qual è la verità? Mentre un palazzo brucia nella notte, le vicende paiono districarsi e poi riavvolgersi. Il film presenta gli accadimenti da tre punti di vista diversi: e qui possiamo ritrovare gli insegnamenti del grande maestro Akira Kurosawa e del suo capolavoro “Rashomon”. Noi, come spettatori, siamo manipolati dal susseguirsi delle vicende; il titolo originale è “Monster” ma chi è il vero mostro della storia?
La pellicola è anche un omaggio al maestro Hayao MiyazaKi (creatore de “La città incantata” e… “Heidi”): sicuramente avrà apprezzato le immagini colorate e il vecchio autobus sperduto, dove vanno a giocare i due ragazzini protagonisti.
Forse Minato e il suo amico Eri sono solo in cerca di una vera amicizia, e quando corrono nei prati e nell’erba cresciuta troppo in fretta, come si vede nella locandina… cerchiamo anche noi spettatori un’oasi di pace.
L’INNOCENZA
di Hirokazu Kore’eda
paese: Giappone 2023
genere: drammatico
interpreti: Soya Kurokawa, Hinata Hiiragi, Sakura Andõ, Eita Nagayama, Mitzuki Takahata, Yuko Tanaka
durata: 2 ore e 6 minuti
giudizio Cei: complesso, problematico, per dibattiti