“Non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me”: l’episodio evangelico tratteggiato da Marco sembra stravolgere completamente la scena proposta nella precedente Domenica, quando Cristo, ponendo al centro un bambino, delinea la vera grandezza per il Regno.

Dopo il secondo annuncio della Pasqua (Mc 9,30-37), sorgono nel cuore dell’Apostolo Giovanni dubbi e invidie; egli diventa l’immagine dell’insicurezza del discepolo, che arriva ad essere cieco dinanzi al Bene. Solo rallegrandosi del giusto operare di Dio si diventa “capaci di lodare il Signore per l’infinita fantasia con cui opera nella Chiesa e nel mondo” (Benedetto XVI, 30/09/2012).

“Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo”. Essere di Cristo: è questo un primo ed interessante punto di riflessione. Come si ricorda nell’Enciclica Deus Charitas Est (2006), “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte” (n. 1).

Appartenere a Cristo significa “rimanere nel suo amore”, in un cammino avviato nel Battesimo, di conformazione e conversione, che porta ad esclamare con Sant’Ambrogio: “Cristo è tutto per noi!” (De Virginitate 16,99), e giunge al culmine, con la frase dell’Apostolo Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me” (Gal. 2, 20).

“Se la tua mano …Il tuo piede … Il tuo occhio ti scandalizza”. Il tema dello scandalo, compare per ben ventisei volte nel Vangelo e letteralmente indica il causare la caduta di qualcuno, al punto da fargli perdere la fiducia in Dio. Mano, piede, occhio: azioni, condotta e conoscenza. Scandalizzare indica l’incoerenza che spesso può causare smarrimento ai danni di chi ha una fede più fragile, meno permeata da una relazione stabile con Cristo.

Papa Francesco ha più volte ricordato come, in ogni momento della vita, occorra “pensare come cristiano; sentire come cristiano e agire come cristiano”. È questa “la coerenza di vita di un cristiano che nel suo agire, nel suo sentire, nel suo pensare” riconosce la presenza del Signore (27/02/2014), mentre “il cristiano incoerente fa tanto male”.

Mc 9,38-43.45.47-48

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».

Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.

Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».