L’orrore riempie le prime pagine dei quotidiani con notizie di delitti tanto raccapriccianti quanto assolutamente imprevedibili e incomprensibili. I resoconti delle guerre ci hanno abituati alla morte violenta di bambini, donne e vecchi. In Ucraina, tra i militari si stimano 1 milione di morti, feriti e invalidi. Il male sembra vincere ovunque e il pessimismo dilaga.

La mia Comunità Pastorale “Beato Alfonso Ildefonso Schuster” è in festa. Mi aveva molto colpito la devozione profonda che mia mamma aveva per il beato cardinale di Milano. Quando le sue reliquie furono esposte in un paese vicino, mi chiese di accompagnarla a rendere omaggio e a pregare un grande pastore che si ispirò a San Carlo Borromeo: preghiera, ascesi e carità.

Visitò in 25 anni ben 5 volte tutte le parrocchie della diocesi! Nel 1936 consacrò la chiesa parrocchiale di Venegono Superiore. A lui dobbiamo l’imponente e magnifico seminario di Venegono Inferiore, costruito sul modello di un monastero a lui, benedettino, così caro.

Pochi giorni prima di morire, già debole e malato, nell’amatissimo seminario si rivolse ai giovani seminaristi. “Altro ricordo non ho da darvi che un invito alla santità. La gente pare che non si lasci più convincere dalla nostra predicazione, ma di fronte alla santità, ancora crede, ancora si inginocchia. La gente pare che viva ignara delle realtà soprannaturali, indifferente ai problemi della salvezza”.

Pochi giorni dopo una grande folla assiepava la strada e accompagnò la salma del cardinale Schuster da Venegono a Milano. Ai seminaristi aveva aggiunto, infatti, parole profetiche: “Ma se un santo, vivo o morto passa, tutti accorrono al suo passaggio. Ricordate le folle intorno alla bara di don Orione? Non dimenticate che il diavolo non ha paura dei nostri campi sportivi e dei nostri cinematografi. Ha paura, invece, della nostra santità”.

Il miracolo che permise la beatificazione fu la guarigione di una suora dalla cecità causata da un tumore. Amato Schuster, chiediamo anche noi occhi nuovi per vedere la santità, per viverla e seguirla senza timore.

“Noialtri, gente della strada, crediamo con tutte le nostre forze che questa strada, che questo mondo dove Dio ci ha messi è per noi il luogo della nostra santità” (Madeleine Delbrêl)