Ho partecipato all’udienza generale del mercoledì e ho apprezzato l’intervento di Papa Francesco, che ha parlato del demonio in modo diretto. Forse avrei dovuto aspettarmelo, viste le sue recenti dichiarazioni schiette e decise. Cito le parole del Papa in Piazza San Pietro: “Oggi assistiamo a uno strano fenomeno riguardo al demonio. A un certo livello culturale, si ritiene che semplicemente non esista. Sarebbe un simbolo dell’inconscio collettivo, o dell’alienazione, insomma una metafora.

Ma la più grande astuzia del demonio è far credere che non esiste, come ha scritto qualcuno (Charles Baudelaire, ndr). È astuto: lui ci fa credere che non esiste e così domina tutto. È furbo. Eppure il nostro mondo tecnologico e secolarizzato pullula di maghi, di occultismo, spiritismo, astrologi, venditori di fatture e di amuleti, e purtroppo di sette sataniche vere e proprie. Scacciato dalla porta, il diavolo è rientrato, si direbbe, dalla finestra. Scacciato dalla fede, rientra con la superstizione. E se tu sei superstizioso, incoscientemente stai dialogando con il diavolo. Con il diavolo non si dialoga”.

Mi aspettavo titoloni di giornali e televisioni su queste frasi così forti e stridenti con il sentore comune… Invece mi sono dovuto accontentare dei soliti titoli – diventati un po’ flosci – sull’appello del Papa per la pace. Sia chiaro, sono importantissimi: ma il discorso chiaro sul demonio avrebbe scombussolato tantissime persone, sarebbe stato centro di una buona “ruminatio” e avrebbe portato frutto. Il mondo di certa comunicazione non ha evidentemente pensato così.

Ne prendiamo atto e per questo stiamo sempre con le orecchie ben aperte su ciò che leggiamo e vediamo (come abbiamo scritto nelle due settimane precedenti su questa rubrica a proposito della comunicazione).

Anche riguardo il mondo dei miei coetanei (ricordo i tempi del liceo, di amici dediti all’astrologia, tarocchi e cristalli…) sarebbero diverse le storie che potremmo ricordare in merito e tante volte nel valutarle si oscilla come un pendolo fra il lasciar correre e il condannare aspramente.

“Sei forse diventato bigotto?” mi si potrebbe chiedere. “No, sono rimasto cristiano”, risponderei con le parole del beato Frassati. Accettare queste realtà è già in qualche modo dialogare con il demonio. Peggio ancora è non riconoscerne l’esistenza, perché così gli si spiana la strada. E mi spiace vedere tanti amici, consapevolmente inconsapevoli, giocare con il fuoco.
“Non siamo più nel medioevo”. Certo! Ma non per questo il demonio ha cessato di esistere.