«Un patto etico per la montagna che funga da bussola per gli istituti di credito, per trovare soluzioni che non penalizzino ulteriormente le terre alte del Piemonte»: è la proposta avanzata dall’assessore Marco Gallo durante l’incontro convocato in Regione sui paesi di montagna senza banche al quale hanno partecipato Stefano Cappellari, presidente del Comitato Abi Piemonte, accompagnato dal segretario regionale Aldo Lombardo e i presidenti nazionale e regionale di Uncem Marco Bussone e Roberto Colombero.

«Ho riscontrato uno spirito propositivo, che è quanto serve per evitare che le tante valli del Piemonte perdano un servizio essenziale come quello bancario anche ai tempi dell’home banking – ha affermato l’assessore Gallo al termine della riunione -. Per puntare davvero al rilancio della montagna bisogna garantire la qualità della vita. Questa deve essere la nostra stella polare. E per questo abbiamo proposto un patto etico che impegni le banche a trovare sempre una soluzione alternativa alla chiusura».

L’Abi ha aperto all’ipotesi, previa consultazione all’interno della commissione piemontese.

Cappellari ha sottolineato come l’Italia rappresenti già un’anomalia in Europa e che non è pensabile che si torni ad aprire nuove filiali come avvenuto fino al 2008 perché il contesto è mutato e gli adempimenti richiesti sono molto gravosi, né è pensabile che gli istituti bancari rivedano i piani già decisi.

Bussone e Colombero hanno chiesto un cambio di paradigma, perché sindaci e amministratori in generale non possono apprendere all’ultimo una decisione grave come la chiusura di una banca e serve più concertazione con il territorio.

L’assessore Gallo da parte sua è pronto ad allargare il tema, proponendo alle Regioni di costituire un tavolo nazionale sulla desertificazione bancaria, visto che il Piemonte con la convocazione di questo vertice – la prima volta che accade in Italia – può fare da apripista in materia.

I prossimi passaggi, intanto, comprendono tre passi fondamentali e concertati: un monitoraggio della situazione sul territorio da parte di Uncem e Abi, un’analisi degli strumenti da adottare caso per caso, la costituzione di un tavolo permanente che si riunirà già ai primi di novembre.

La mappa del credito in Piemonte

Durante l’incontro l’assessore Gallo ha reso noto uno studio dell’Osservatorio della montagna che è la fotografia più recente della mappa del credito in Piemonte.

Il confronto tra i dati della Banca d’Italia dal 2015 al 2023 per rappresentare l’evoluzione della “desertificazione bancaria”, dimostra che il fenomeno è diffuso al resto d’Italia ma in Piemonte complice l’alto numero di Comuni (1.181): su 489 paesi di montagna quelli privi di sportelli sono 369, pari al 75,5%, come dire tre su quattro. Nel 2015 la percentuale si fermava al 62,2%.

Altri numeri: i paesi dotati di sportelli nelle terre alte sono 120 contro i 185 di nove anni fa, tanto che ad oggi la percentuale media di sportelli per comune nell’area montana si è ridotta allo 0,44% dallo 0,73% del 2015.

Nella sostanza gli abitanti che non possono contare neanche su un bancomat nel loro paese sono 237.000 contro i 138.000 di sette anni prima.

Quanto la montagna sia penalizzata lo si capisce anche da un altro dato: nel resto del Piemonte il 48% dei Comuni è coperto da almeno una filiale mentre 65 Comuni delle terre alte hanno perso il servizio. E la tendenza non sembra arrestarsi.

«La contrazione di questi servizi pubblici contribuisce ad aggravare i disagi per i residenti, non incoraggia l’attrattività imprenditoriale e disincentiva la residenzialità. Tre effetti che noi vogliamo contrastare per rilanciare davvero la montagna piemontese», commenta l’assessore Gallo.

 

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