C’era una volta la radio… e c’è ancora, malgrado gli sconvolgimenti tecnologici del Novecento e del nuovo millennio, tipo la rivoluzione digitale e oggi anche l’intelligenza artificiale e tutto quanto il resto. Sempre teso verso nuovi orizzonti tecnologici, ho da poco acquistato un apparecchio diabolico, una specie di robot radiofonico dal nome che ormai quasi tutti conoscono: per accenderla bisogna chiamarla per nome, dopodiché lei si accende di blu.

Quel bagliore ricorda quella speciale valvola termoionica che tramite la proiezione di un settore luminoso sulla superficie laterale del tubo, oppure sulla cupola, permetteva la rappresentazione visiva dell’intensità di un segnale elettrico. Era l’occhio magico che da bambino attraeva lo sguardo e che oggi ricordo vagamente nella radio a valvole dei miei nonni, prima dell’avvento dei transistor, ormai pezzi da museo anch’essi. Si accendeva e quel bagliore variabile catturava l’attenzione e le valvole rendevano un suono che spesso portava scariche elettriche di temporali distanti e le voci che sembravano tutte ovattate e a volte gracchianti, lontane come quei ricordi. Quando andavo per le vacanze dai nonni, in una casa persa in mezzo alle risaie, la radio campeggiava un po’ in disparte rispetto al televisore, anch’esso in un mobile di legno lucido laccato con la cornice di plastica.

Ma torniamo al robot che usa l’intelligenza artificiale, permette di ascoltare le radio attraverso internet e tutta una serie di cose vocali; c’è addirittura una raccolta di domande divertenti da fare, raccolte da Guido Andreini, uno studente appassionato di tecnologia. Nel suo blog ha messo insieme, tra le tante, le domande da rivolgere all’apparecchio: “Fai una battuta su Chuck Norris! Sei innamorata? Dimmi una barzelletta! Mi presti dei soldi? Sei Batman? Qual è il tuo fumetto preferito? Qual è il tuo Pokémon preferito? Qual è il tuo sport preferito? Quali sono i tuoi talenti? Chi è il miglior supereroe? Dove è Carmen Sandiego? Puoi starnutire? Qual è il tuo posto preferito al mondo? Puoi ballare?”… E molte altre ancora.

Io ho provato a chiederle se esiste il cervo volante e lei mi ha risposto che i cervi non possono volare. Al quesito se le piacesse la pizza, mi ha risposto che essendo un’intelligenza artificiale non ha bisogno di mangiare, ma ritiene di sì dal momento che tutti ne vanno matti. Le ho ancora chiesto di che colore era il cavallo bianco di Napoleone e lei mi ha detto che gli storici sono concordi nel dire che il cavallo bianco era bianco.

Insomma non è certo la radio a valvole dei nostri nonni, ma posso dire che è un’interessante perdita di tempo.