Daniele Comboni, figlio di poveri giardinieri e contadini diventò il primo Vescovo cattolico dell’Africa Centrale e uno dei più grandi missionari nella storia della Chiesa. Il suo straordinario impeto profetico nacque grazie a una serie ininterrotta d’incontri e di circostanze che plasmarono la sua vita. Egli rispose sempre con prontezza e coraggio. Dedicò gran parte della sua vita alla missione di evangelizzazione, ma per raccogliere risorse e fondi e sollecitare vocazioni viaggiò per tutta l’Europa.
C’è un episodio, ancor oggi avvolto nel mistero, che Comboni stesso raccontò. Una vicenda poi pubblicata ne “La voce cattolica” e nel “Messaggero del Sacro Cuore” in lingua tedesca. Infine il Comboni stesso, nel 1875 ammise davanti ai gesuiti di Bressanone, di essere il sacerdote italiano di cui aveva parlato il “Messaggero”.
I fatti. Il 22 dicembre 1868, si trovava a Parigi, ospite del Barone di Havelt, grande amico e patrocinatore delle Missioni. Quella sera, verso le 22, una carrozza si fermò davanti alla casa del Barone: un signore chiese del missionario italiano per assistere un moribondo. Comboni non esitò, ma una volta salito sulla carrozza fu incappucciato: cercò di resistere, ma, minacciato con un pugnale, dovette arrendersi. Dopo un viaggio di alcune ore, fu introdotto in una casa e, una volta tolte le bende, si trovò davanti un uomo in perfetta salute che gli si presentò come “il moribondo”.
Cattolico, educato dai gesuiti, aveva una figlia Dama del Sacro Cuore in un convento di Parigi, ma da ventotto anni faceva parte della massoneria. Aveva sempre servito fedelmente la società segreta, arrivando al 33° e più alto grado. Gli era stato ordinato di uccidere un prete, ma si era rifiutato di commettere l’omicidio e perciò era stato condannato a morte dai suoi. Comboni lo confessò e venne rilasciato senz’altra spiegazione. Pochi giorni più tardi, si recò al convento delle Dame del Sacro Cuore e, secondo le ultime volontà del padre penitente, comunicò alla figlia l’avvenuta conversione del padre.
Comboni era stato scelto per una missione ritenuta impossibile: affrontare molti pericoli e nemici per l’evangelizzazione dell’Africa Centrale. Il misterioso rapimento esprime il coraggio e la disponibilità al sacrificio estremo richieste ai suoi seguaci pur di salvare un’anima. “Nigrizia o morte!”.