Il mio amico Snoopy che ho già scomodato per il numero del giornale di due settimane fa, questa volta mi dice – sempre sdraiato e sonnolento – che ci vorrebbero due domeniche per ogni settimana, perché una, ovviamente, è troppo poco.
Non so cosa ne pensino quei quasi 5 milioni di italiani che lavorano la domenica e negli altri giorni festivi; chi perché ha bisogno di lavoro e quindi tutto va bene, chi per scelta, chi per forza.Oltre al lavoro in senso stretto, domenica scorsa Ivrea è stata al centro dell’attenzione mediatica anche nazionale per la visita del leader 5 Stelle Di Maio e domenica prossima lo sarà per i tanto attesi risultati delle primarie del PD. Insomma, se Snoopy continua ad usare la domenica solo per dormire – che ce ne sia una o più durante la settimana – si perde tante belle cose. Nella casa eporediese del PD si sa che il passaggio democratico delle primarie è un valico cruciale che deve essere percorso per “scollinare”, sapendo che il percorso verso le legislative del 4 marzo e le amministrative del 27 maggio non è affatto in discesa.
Come andrà? Ognuno pensa per sé, ed entrambi gli sfidanti si vedono – giustamente – vincitori. Questa sera alle 21 al teatro dell’Oratorio San Giuseppe, il nostro giornale organizza il dibattito pubblico tra Ballurio e Perinetti – non in diretta ma dal vivo, che è pur sempre altra cosa –; dalle risposte si capiranno meglio gli orientamenti dei due candidati e per tre giorni c’è tempo per decidere. Almeno per chi risiede ad Ivrea. Il segretario cittadino del PD si esprime a chiare lettere, nella terza pagina del giornale di oggi, su cosa rappresentano le primarie, sulle speranze di avere un numero accettabile di votanti e poi… già, il poi…
Il risultato dell’esercizio democratico delle primarie dovrebbe consigliare a chi vince di essere inclusivo e a chi perde di non andarsene per i fatti propri, che è diventato un po’ lo sport nazionale di tutti i perdenti di tutte le forze politiche in campo qui e a livello nazionale. Ovvio che vi aspettiamo numerosi al confronto pubblico, perché – comunque la si pensi – fa bene conoscere il pensiero di chi vuole amministrare la città e dovrà poi battersi con i candidati delle altre forze. Che ascolteremo a tempo debito. Nel frattempo sale alla ribalta, come nuovo che avanza, il nome di una nota cardiologa – Patrizia Presbitero – indicata per le politiche ma a disposizione anche per le amministrative di Ivrea, per conto di Liberi e Uguali, il partito che fa capo all’ex presidente del Senato, Piero Grasso. Sono attenti a come andranno le primarie del PD per capire se c’è spazio per una più ampia coalizione del centro sinistra. Insomma, che vinca Ballurio o Perinetti, non è la stessa cosa per il futuro di questi assetti. Nelle pagine interne riferiamo poi che domenica scorsa – a dispetto del mio amico dormiglione Snoopy che ama la domenica sopra ogni cosa – è passato da Ivrea il leader dei 5 Stelle Di Maio.
Noi ci soffermiamo soprattutto sull’annuncio della candidatura di Fresc alle comunali, così come abbiamo appurato che sia per il centro destra e sia per la sinistra del “Partito del Popolo”, per “Sinistra Italiana” e per la lista civica “Viviamo Ivrea” di Comotto, non uscirà nessun nome di candidato sindaco se non dopo il 4 marzo. Come a dire che le dinamiche nazionali potrebbero dare maggiori indicazioni e qualche dritta di come assestarsi sul territorio. C’è quindi molto da osservare e molto da lavorare tra un’opinione pubblica che sta manifestando la sua lontananza e la sua disaffezione verso la politica.
E’ difficile trovare chi oggi vuole impegnarsi in politica, metterci la faccia, il tempo, tante notti insonni e tante critiche che ormai la gente indirizza indiscriminatamente a chi governa. Governare è la calamita per le critiche. Aspettare di indicare i candidati dopo le elezioni politiche vuol anche dire prendersi altro tempo, necessario per stanare qualcuno che abbia voglia di impegnarsi in prima persona. E non è scontato.
Nulla è scontato. Neanche il Carnevale. Si dava per scontato che quello del 2018 – a Ivrea e paesi limitrofi – sarebbe stato praticamente uguale ai precedenti e che le direttive Gabrielli non avrebbero influito più di tanto.
Nelle settimane scorse si sono alternate notizie diverse, qualche fuga in avanti e qualche passo indietro. Sono piovute tante rassicurazioni che…
Ma intanto il Carnevale subirà delle modifiche e non di poco conto, a quanto sembra. Per non parlare dei paesi in cui è stato soppresso o notevolmente cambiato.
La parola d’ordine è adeguarsi ma “obtorto collo” per usare la lingua che i giovani studenti del Botta hanno più volte usato nella “Notte del Liceo Classico” di cui diamo ampio resoconto perché ci piace questo attivismo e questo impegno che dà sfogo alla fantasia, alle capacità organizzative di giovani e insegnanti, e sprizza cultura da tutti i pori.
Troppo entusiasmo? Forse si, ma ci piace incoraggiare chi non si risparmia per tenere un encefalogramma abbastanza alto. E nella scuola non è poco con i tempi che corrono.
Tempi non particolarmente felici per chi cerca lavoro – e lo trova – secondo l’indagine condotta in partenariato tra la Conferenza dei Vescovi del Piemonte e Valle d’Aosta e la Regione Piemonte.
Certamente questa indagine, di cui noi scriviamo a pagina 19, sarà utile a far capire ai giovani dove andare a cercare lavoro, cosa studiare perché sarà più ricercato dagli imprenditori; farà capire agli imprenditori dove puntare per assumere.
Ma dopo tutto questo i contratti a termine superano di gran lunga i contratti a durata indeterminata; solo nella bottega (e quindi nel settore artigiano) e nel servizio alla persona in famiglia la percentuale degli indeterminati supera quelli a termine, di poco per altro.
Si tratta di 2 luoghi di lavoro soltanto, sui 17 presi in considerazione dall’inchiesta.
I contratti a termine si trasformeranno a tempo indeterminato? Tutti lo sperano e qualcuno si trasformerà. Se da una parte questo rileva che il mondo del lavoro sta cambiando – e bisogna attrezzarsi per farvi fronte rimanendo dentro al mercato del lavoro – è altrettanto vero che la precarietà dell’impiego è una preoccupazione da non sottovalutare e i cui effetti sono già evidenti sulle decisioni di vita che i giovani prendono immaginando al loro futuro.
Intanto Snoopy – amante della domenica – mi ricorda che devo scrivere che il consiglio provinciale di Bolzano ha approvato una mozione contro il lavoro nelle giornate domenicali e festive.
Il documento impegna la Giunta provinciale ad adoperarsi per mantenere il riposo domenicale festivo e “ad esprimersi contro il lavoro domenicale nei settori in cui non risulti assolutamente necessario, nonché ad adottare misure che contribuiscano a limitare le aperture domenicali e festive“.
La mozione è stata approvata all’unanimità. E mi chiede di non dimenticare quanto sostenuto dall’Arcivescovo di Torino, a margine della presentazione dell’inchiesta di cui sopra: “Sul lavoro domenicale sono pienamente solidale con i sindacati. Fatti salvi i servizi essenziali come gli ospedali e i treni, la domenica e nei giorni di festa importanti in cui si esprimono forti valori familiari non è necessario andare a fare la spesa. Così costruiamo una società che non regge, e che sta già crollando.
Qui il problema è il primato dei soldi sui valori non economici, quelli umani, familiari e sociali. Non creano profitto e vengono sempre più considerati optional. Ma proprio questa cultura che mette al centro i soldi e l’individuo anziché il bene comune ci ha portati alla grande crisi che stiamo vivendo“. Snoopy, tu da che parte stai?