Poiché risiedo alcuni chilometri fuori Ivrea, dalla parte orientale e dovevo recarmi al lavoro (nella parte occidentale della città), una mattina ho pensato bene di prendere l’autostrada per evitare il traffico che intasa, in questi momenti dopo le 7 antelucane, le principali vie d’accesso al centro urbano.
Entrato al casello mi è sembrato – complice la penombra che aleggia in queste lande poco prima dell’alba – di entrare al vecchio Check Point “Charlie” che divideva Berlino Est da Berlino Ovest ai tempi della cortina di ferro. Al bivio, in cui hai qualche millisecondo per decidere se andare a est o a ovest, colpisce la segnaletica zebrata e la corsia che si restringe a imbuto. Non solo una telecamera, ma un umano a bordo di un auto di servizio ci osserva attentamente. Guardo bene anch’io e noto che ha una pettorina gialla, ma fortunatamente non porta l’elmetto dei famigerati Vopo (Volkspolizei della Germania Est). Prendo senza indugio la corsia d’accelerazione e mi metto tranquillo alla guida nel buio della notte che sta per finire. Dopo qualche minuto, una serie di lampeggianti mi fa rallentare: la carreggiata si restringe ad una sola corsia tutto a sinistra, e poco dopo bisogna ancora rallentare per svoltare nella corsia di senso opposto: una canalizzazione che appena ti sei abituato a percorrere, termina. Comunque sia, ci siamo immessi sulla To-Ao e dobbiamo uscire al primo svincolo per Ivrea.
Resta il fatto che ho raggiunto la mia meta con 40 minuti d’anticipo! Faccio due rapidi conti sulla mia routine mattutina (lavaggio, vestizione, colazione, pastiglie, galline, Penny–cane, cancello…) e ne ricavo che potrei dormire due o tre bei quarti d’ora in più. E se non ci fossero i cantieri autostradali farei ancora prima, guadagnando ulteriormente tempo da dedicare a Morfeo. Sono quelle invenzioni, le infrastrutture, che se rendono la vita migliore sono molto apprezzate.
L’autostrada è in pratica una fantastica circonvallazione della città che si percorre in pochi minuti. Peccato non sia anche gratis! Come a Chivasso che realizzò la barriera di Rondissone sull’A4 con lo scopo di non farsi intasare di traffico urbano al mattino presto. E non solo Chivasso, ma anche Brandizzo e Settimo Torinese: gli svincoli da Torino-Abbadia di Stura a Rondissone, passando per le tre uscite di Chivasso, sono liberi da pedaggio dal 1993, anno in cui, dopo accordi con gli Enti locali (tesi a ridurre il traffico nei centri abitati della zona e sul raccordo Torino-Chivasso), la barriera d’entrata fu spostata da Settimo a Rondissone. Non fu nemmeno semplice perché i primi 1,8 km di A4, (da Torino – Corso Giulio Cesare all’interconnessione di Settimo con la A5) sono in comune con la A5 Torino – Aosta. Eppure una quadra fu trovata: forse l’Eporediese potrebbe/dovrebbe imparare dal Canavese meridionale.