“Il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto” (Dn 7, 14). La sconvolgente pagina giovannea, proposta per la Solennità di Cristo Re dell’Universo, invita a ribaltare la logica del potere umano, concentrando l’attenzione sul vero Re, Cristo, avvolto nel mistero della Passione, dove, come ricorda l’antico Inno del “Vexilla Regis”: “regnavit a ligno Deus” (regnerà Dio dal legno). La regalità di Cristo è allora “l’amore che arriva fino all’immolazione, alla Croce; solo servire è regnare veramente” (Canopi, 2015).
“Il mio regno non è di questo mondo” (v. 36): Cristo è presentato a Pilato, rappresentante del “potere” politico, come il sedicente re dei Giudei, come un fomentatore delle folle. Egli non nega la sua natura regale, ma la precisa: “Qual è …il regno, se non quello dei credenti in me?” (Agostino, Comm. a Gv 15.2-3). Cristo invita a superare la mondanità del potere che diventa possesso, che domina sulle vite degli altri fino a distruggerle, per spalancare il cuore alla vera novità di vita, “al potere dell’Amore, che non si impone mai, e rispetta sempre la nostra libertà” (Benedetto XVI, 22/11/2009).
“Dunque tu sei re?” (v. 37): la seconda domanda di Pilato amplia la prospettiva, ora interroga il Re universale e non più di un singolo popolo, guarda al Signore del cosmo e della storia, per cui “nessun onore regale è troppo grande davanti a lui” (Tertulliano, Contra Jud. 7).
“Gesù oggi ci chiede di lasciare che Lui diventi il nostro re – ricorda Papa Francesco – un re che con la sua parola, il suo esempio e la sua vita immolata sulla croce ci ha salvato dalla morte… Ma non dobbiamo dimenticare che il regno di Gesù non è di questo mondo. Egli potrà dare un senso nuovo alla nostra vita, a volte messa a dura prova anche dai nostri sbagli e dai nostri peccati, soltanto a condizione che noi non seguiamo le logiche del mondo e dei suoi re” (25/11/2018).
Solo apprendendo la logica del servire si diventa autentici imitatori di Cristo Re, che “si è fatto obbediente fino alla croce fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome” (Fil. 2, 8-9).
Gv 18,33-37
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?».
Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».