(giancarlo guidetti) – Nella domenica in cui la Chiesa celebra la Solennità di Cristo Re dell’Universo, va inoltre ricordato che si chiude l’ Anno liturgico, come un presagio dell’ Avvento in preparazione del S. Natale segnando così, per il popolo di Dio, l’ inizio del nuovo cammino.

Ed è in questo giorno che la comunità rivarolese unisce anche i festeggiamenti in onore di S. Eligio.

Il santo, nasce a Chaptelat (Francia) l’ 11 giugno 588, muore a Noyon (Francia) il 1 dicembre 660.

Per antica tradizione gli è affidato il patronato di orafi, numismatici, maniscalchi, di tutti coloro che lavorano i metalli ed anche dei veterinari, memori, per tale ultima circostanza, del fatto che avrebbe miracolosamente riattaccato la zampa ad un cavallo rimasto mutilato.

Nella professione di orafo fu considerato eccellente artigiano la cui maestria fu persino superata dalla sua onestà.

Infatti, il re Clotario II gli avrebbe affidato la realizzazione di un trono d’oro, consegnandogli il quantitativo necessario del prezioso metallo.

Ebbene, Eligio, con quell’oro, realizzò non uno solo, ma addirittura due troni uguali: avrebbe senza difficoltà potuto approfittarsi personalmente di quella dotazione esuberante del biondo metallo, ma la sua integrità glielo impedì e ciò gli confermò e guadagnò ulteriormente la stima e la fiducia dell’augusto Committente.

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Da tempo immemorabile i lavoratori – soprattutto Artigiani – che lavorano i metalli, si affidano a lui e nel corso dei secoli sono tante, anche in Piemonte, le località dove si sono costituite corporazioni di mestiere e confraternite a lui dedicate, in molti luoghi confidenzialmente chiamate degli “eligiani”.

La “Compagnia di S. Eligio” di Riavrolo Canavese, composta oggi da oltre una settantina di elementi fu fondata 136 anni orsono.

Si tratta di uno tra i più longevi sodalizi di Rivarolo che oggi onora la memoria del Patrono con un ricco programma che ha preso le mosse ieri, domenica 24 novembre e si conclude questa sera, lunedì 25.

Tanti i momenti importanti, primo fra tutti la S. Messa celebrata nella Chiesa di S. Michele e presieduta da don Raffaele Roffino, la consegna delle borse di studio (attività benefica meritoriamente destinata a sostenere gli studi dei giovani), il ricordo dei Defunti della Compagnia, i momenti conviviali, le opere di beneficenza e, a chiudere, la lettura del verbale annuale a cui fa seguito la rituale sigillatura del baule di custodia dei vecchi verbali della Compagnia.

Alla presenza dei priori Rodolfo Meaglia e Gianfranco Ponchia, del Sindaco, Martino Zucco Chinà, del Comandante della locale Stazione dei Carabinieri, Alfonso Lombardo, il parroco don Raffaele Roffino ha voluto ricordare anche la figura di Santa Cecilia.

Nata a Roma nel 180 d.C. muore in Sicilia il 22. nov. 230 d.C. martire cristiana patrona della musica, di strumentisti e cantanti.

E la Corale Rivarolese ha saputo rendere ancora più solenne la celebrazione.

“Cristo Re dell’ Universo“, se è permessa un’immagine, pare dunque lodato ed adorato prima di tutto da S. Eligio e da S. Cecilia, stupende figure, meraviglioso esempio di quanto l’Amore del Padre e l’azione dello Spirito Santo sappiano conquistare i cuori che a Lui si aprono.

Seguendo il loro esempio, anche noi possiamo percorrere la Via, raggiungere la Verità, la Vita vera.

Sentimenti che l’omelia di Don Raffaele, offerta integralmente nel video preparato per i Lettori, insieme ad altri momenti della Celebrazione, ha messo con chiarezza in rilievo.