Tullio Pinelli è stato sceneggiatore, scrittore, nonchè avvocato secondo tradizione di famiglia. È importante ricordarlo oltre che per i numerossimi film cui ha partecipato con la sua scrittura, anche per le origini piemontesi, anzi canavesane. Il connubio Pinelli-Fellini si è rivelato particolarmente efficace e lo dimostra anche questa pellicola, di cui Salvatores narra di aver trovato il racconto e il soggetto all’interno di un vecchio baule, quasi come in una fiaba.

Napoli, 1949. La devastazione della guerra non è finita… Quando salta in aria un ordigno inesploso, si contano i nuovi danni e le vittime: tra le macerie vaga Celestina, bimba orfana di nove anni che ha appena perso la zia, l’unica persona che poteva accudirla. Incontra anche un caro amico, Carmine, ragazzino che gioca a fare lo “scugnizzo” e vive di espedienti. I due bambini si dirigono al porto e lì riescono a imbarcarsi come clandestini in un’enorme nave diretta a New York; per fortuna il commissario di bordo Domenico Garofalo (Favino) avrà un occhio di riguardo per loro.
L’America rappresenta il sogno, tanti gli italiani che cercano fortuna nel Nuovo Continente. Per Celestina e Carmine iniziano le avventure: la ragazzina vuole ritrovare la sorella Agnese, fuggita molto tempo prima per raggiungere il fidanzato americano.

Dopo le macerie in Italia, l’atmosfera cambia: si intravede tra la nebbia la Statua della Libertà, i palazzi e le strade, Salvatores cede alla fiaba e a qualche stereotipo di troppo, ma la pellicola regge grazie anche alla notevole interpretazione dei due protagonisti. Non c’è violenza, non c’è mafia: è un mondo avvolto nella nebbia dei sogni ancora vivi, ma è proprio Celestina a riportarci alla realtà: “Tu non sei straniero, sei solo povero. Se sei ricco, non sei mai straniero”. Finale inatteso e carico di speranza.

Napoli New York di Gabriele Salvatores
paese: Italia 2024
genere: drammatico
interpreti: Dea Lanzaro, Antonio Guerra, Pierfrancesco Favino, Omar Benson Miller, Anna Ammirati, Anna Lucia Pierro
durata: 2 ore e 4 minuti
giudizio Cei: consigliabile, problematico, adatto per dibattiti