Il Natale viene associato anche a tradizioni enogastronomiche che, in tante famiglie, si traducono in corposi menu, di cui le portate rimandano anche a significati antichissimi. Le mandorle, ad esempio, rimandano all’inizio della vita, che viene rappresentato anche dal pane che si arricchisce di frutta secca e canditi dando vita ai moderni panettoni o torroni, la carne come simbolo dell’abbondanza…

Alla vigilia è riservato un pasto più frugale, con il pesce. Il capitone, che in molte regioni italiane è il simbolo che rinnova il ricordo della lotta tra i bene ed il male, della nascita di Gesù che sconfigge il male del mondo… ma che divide i giorni dell’attesa, in cui le lente preparazioni e la parsimonia del cibo trovano il trionfo nel giorno successivo.

Di fronte a tanta abbondanza ed opulenza non dimentichiamo chi soffre di disturbi del comportamento alimentare (DCA), a cui stiamo dedicando delle riflessioni da alcuni numeri. Tutte le proposte di cibo, per chi soffre di un DCA (anoressia, bulimia o perdita del controllo alimentare, obesità…) sono fonte di un enorme stress e sofferenza. Ci si sente osservati e costretti verso qualcosa a cui non si desidera andare incontro, che mette paura e che tende a far isolare. Odori, colori, preparazioni elaborate, possono creare un disagio esistenziale che porta a far “detestare” anche un momento di festa.

Per permettere a tutti di godere appieno dell’essenza delle festività natalizie, si può cominciare dal ridurre per tutti, le porzioni del cibo a tavola ed evitare di riempire eccessivamente i piatti. Permettere a tutti di poter scegliere, senza puntare l’attenzione e i discorsi esclusivamente sulle pietanze, può creare un’atmosfera più rilassata parlando d’altro. Oltre al cibo non è male dare spazio anche ai giochi, alla possibilità di organizzare dei momenti di condivisione piacevoli e in cui possiamo mettere in palio premi più divertenti che costosi.

Nel periodo di Natale ci si può dedicare all’ascolto delle inquietudini dell’altro e accogliere il disagio. Non necessariamente a Natale ci dobbiamo sentire tutti felici, non dobbiamo obbligatoriamente sentirci forzati a sorridere ma possiamo condividere i nostri stati d’animo con chi ci è vicino e scoprire che, magari in quel parente che si vede solo durante le feste, si può celare una persona ricca di anima e di comprensione. Abbondiamo nell’attenzione verso le persone, con delicatezza e con il piacere di poter offrire l’opportunità di un nuovo rapporto di amicizia e di fratellanza.

Perché anche questo è il Natale.