(sr. serena munari) – E’ sempre occasione di festa l’appuntamento annuale dei religiosi e delle consacrate della diocesi per la Giornata della vita consacrata, che si svolge ogni anno in una data vicina al 2 febbraio, Festa della Presentazione di Gesù al Tempio.
Quest’anno la festa si inscrive nel Giubileo – il 1 febbraio è appunto il Giubileo nazionale della Vita Consacrata – e per la diocesi di Ivrea coincide con l’ultimo appuntamento con il vescovo Edoardo.
L’appuntamento mattutino si è svolto a Ivrea con la Celebrazione dell’Ora Terza, la riflessione di Mons. Cerrato, la processione verso la Cattedrale e la Celebrazione eucaristica, per poi concludersi con un momento conviviale e di fraternità.
La riflessione del vescovo p. Edoardo ha messo subito “al centro il protagonista: il Signore Gesù”.
E la relazione con Lui, perché siamo figli nel Figlio, cristiani non perché dalla parte di Cristo, o non solo, ma perché siamo parte di Lui, Suo corpo.
Come ricorda l’evangelista Giovanni nel Prologo: Senza di Lui nulla. (Gv1,3)
“Tutte cose che sappiamo, ma ogni tanto abbiamo bisogno di dircelo.
Siamo più dei dimenticanti, che uomini e donne di cattiva volontà”.
La riflessione è proseguita fermandosi su alcuni passi della bolla di indizione del Giubileo, Spes non confudit.
Di quale speranza parliamo? Di quali speranze viviamo?
Il Papa sottolinea che è il Signore la nostra speranza, p. Eodardo approfondisce: “in ogni situazione”.
La speranza che nasce dal cuore di Cristo trafitto sulla croce, dal Suo amore per noi, è la nostra speranza.
Siamo amati al di là di ogni ragionevolezza.
E’ lo stupore di ogni consacrata, di ogni consacrato. “La carità è la modalità con cui il cristiano vive qualunque cosa”.
“La vera vecchiaia non è anagrafica, è la vecchiezza, è il non percepire più che sei amato nelle situazioni in cui sei. Sperare non è augurarsi che le situazioni cambino per miracolo, ma entrare nel punto di vista in cui Dio guarda le cose. Se non entro in quella visione, cambia la superficie, l’apparenza, ma il sottosuolo rimane sterile”.
“La questione dell’Anno santo è il cambiamento profondo della mia vita e non solo in superficie. Allora sarà Giubileo!”.
L’incontro del 1 febbraio è stato un incontro giubilare e di famiglia, p. Edoardo ha ripetuto la stima e l’affetto per la vita consacrata e assicurato la sua preghiera quotidiana per ciascuna e ciascuno.
“Il vescovo si aspetta che voi siate carisma. Il motivo per cui esistete è vivere il carisma per il bene di tutti”.
Ci si è così incamminati verso la Cattedrale in processione, invocando la compagnia dei santi e attraversando la porta insieme, come un piccolo popolo, come parte di un corpo, aiutandosi anche concretamente tra ombrelli, bastoni…
Nell’omelia Mons. Cerrato ha ricordato il beato Taddeo Mc Carthy, che ha scelto la via della pace, facendosi pellegrino per Roma e di nuovo per l’Irlanda.
Sepolto nella Cattedrale di Ivrea, è luce significativa per noi, come recita la Colletta della memoria:
“Fa’ che anche noi tuoi fedeli camminiamo davanti a Te in santità e giustizia per annunciare la vera pace. “
Davanti a Dio, cioè consapevoli della Sua presenza, ci ricordava il Vescovo.
Nel saluto finale p. Andrea Plichero, Vicario episcopale per la Vita consacrata ha espresso tutta la riconoscenza al vescovo Edoardo per aver accompagnato con tanto amore la Vita consacrata negli anni dell’episcopato.
Anni in cui da pastore e da figlio di san Filippo Mons. Cerrato ci ha sempre presentato e riportato al Signore Gesù:
“Ille Fidelis. Ha servito la santa Chiesa di Dio annunciando il Cristo totale. (…) Grazie perché ha incarnato il carisma del suo padre san Filippo. Grazie! Saldi nella fede e pellegrini di speranza la ricorderemo sempre nelle nostre preghiere. Ci ricordi. Ci benedica, padre”.
Da parte sua p. Edoardo ha portato il saluto del vescovo eletto Mons. Daniele Salera, che Ivrea e i suoi consacrati attendono custodendolo in preghiera…ricca di speranza!
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