Il conflitto russo-ucraino è anacronistico. Nel senso che non c’entra nulla con i nostri tempi, e non sarebbe dovuto accadere. A parte le dissertazioni più o meno filosofiche, anche qui la realtà prende il sopravvento: il 24 febbraio sono passati tre anni dallo scoppio di una guerra che ha portato morte e dolore in Europa, così vicina a noi benché quasi non ce ne rendiamo conto.
Il giovane regista Stefano Di Pietro ha raccontato come il suo lavoro si sia sviluppato in un territorio difficile, al tempo di una guerra così assurda. L’attenzione è stata posta principalmente sulla scuola e l’educazione, tutto quello che dovrebbe essere il futuro di un popolo, ma…
Con questa pellicola impariamo come la scuola e il sistema educativo siano stati riformati, nei territori invasi dai russi, e siano diventati essi stessi un’arma da utilizzare nel conflitto. I bambini e i ragazzi si trovano con i libri di testo cambiati, la versione da utilizzare è in lingua russa e la storia è raccontata secondo i dettami del regime.
Le scuole, le biblioteche, gli archivi, le strutture di questo tipo sono stati i primi edifici ad essere colpiti; questo perché rappresentano la cultura e l’identità di un popolo, cancellandoli si annienta la loro stessa esistenza. Migliaia di bambini in Ucraina sono stati rapiti e deportati in Russia per essere sottoposti a questo “indottrinamento” (ne hanno scritto Avvenire, La Stampa…).
Le voci che testimoniano gli avvenimenti appartengono al ministro ucraino dell’Istruzione Lysovyi, a una madre che ha perso tutto e non ha più lacrime da spargere, a una insegnante, Zhanna Maksimova, rimasta senza casa. Nel film documentario la colonna sonora, discreta e sonoramente attutita, è stata messa a punto da Matteo Ruperto, che ha utilizzato i suoni reali e le sirene che segnalano le bombe in arrivo.
Si cerca un nuovo inizio. L’insegnante della scuola d’arte dice: “resisteremo”.
War on education di Stefano Di Pietro
paese: Italia 2024
genere: documentario
interpreti: popolazione ucraina, giornalisti
durata: 56 minuti
giudizio: bello