Nel cuore del nostro tempo, tra dazi, guerre, violenze e povertà, si combatte una battaglia più sottile, ma altrettanto feroce: quella tra paura e speranza. È una guerra silenziosa che attraversa confini e coscienze, e che determina in modo profondo le scelte individuali e collettive.
Gli Usa impongono dazi su beni provenienti da diverse parti del mondo, nella logica della “resa dei conti” e nel tentativo di proteggere la loro economia. Le “vittime” rispondono con altri dazi contro gli Usa. Non si tratta solo di misure economiche: sono segnali di un mondo che torna a chiudersi, che diffida dell’altro, che ha paura.
La globalizzazione, per quanto imperfetta, dal canto suo aveva creato un’illusione di interdipendenza (quasi) pacifica, ma in mano a una finanza senza controllo. Oggi la retorica del protezionismo prende il sopravvento e la spinta alla chiusura, alimentata dalla paura di perdere lavoro, identità o potere, produce altra paura. Ogni dazio è un messaggio: “non ci fidiamo più di voi”.
Intanto le guerre divampano, dimenticate e oscurate dalle notizie del momento: dall’Ucraina al Medio Oriente, intere popolazioni vivono nella paura quotidiana. Chi ne parla più? Ogni bomba, ogni colpo di mortaio, ogni attentato è anche un attacco alla speranza. Nelle città, come nelle comunità e nelle famiglie, crescono le violenze, sintomo di un malessere profondo, di una rabbia che spesso nasce dall’emarginazione e si alimenta di paura. I media, inevitabilmente, rilanciano immagini e titoli che rafforzano questa percezione: il mondo sembra un posto sempre più pericoloso e la paura, se non viene governata, diventa essa stessa motore di violenza, di chiusura, di odio.
Esiste un’alternativa? La speranza. Non quella ingenua o cieca, che ignora i problemi, ma quella concreta, fatta di responsabilità, consapevolezza e desiderio di costruire. La speranza oggi sembra un lusso, invece è un atto di coraggio. È la speranza che permette a chi vive sotto le bombe di alzarsi ogni mattina; che spinge i giovani, anche nelle periferie più difficili, a sognare un futuro diverso; che alimenta la diplomazia, la cooperazione internazionale, le imprese che innovano e includono. Paura e speranza sono due forze che convivono in ogni epoca. Non viviamo tempi facili, ma sono proprio questi i tempi in cui scegliere se essere vittime della paura o portatori di speranza. Non per illudersi, ma per resistere. E, finalmente, ricostruire.