(Elisabetta Acide) – 13 marzo 2013: al soglio pontificio viene eletto Jorge Mario Bergoglio che prende il nome di Papa Francesco.
Qualcuno ci aggiungerà “Primo”, ma per ora non è necessario.
Un nome che è un “programma” , un nome che abbiamo imparato a comprendere: il Papa della “Fratelli tutti”, il Papa del Sinodo, il Papa del “pregare per me” e degli abbracci ai bambini.
Un nome, Francesco, che come ha dichiarato, aveva già il “ preannuncio” del suo pontificato:
“Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri! Per questo mi chiamo Francesco, come Francesco d’ Assisi”.
Un nome che faceva risuonare la vita di un santo.
Un nome che ci ha rivelato quello che sarebbe stato: uomo di povertà, uomo di pace, uomo della custodia del Creato, uomo coraggioso e forte, di cui solo in poche occasioni abbiamo percepito l’ “Umana fragilità”, uomo del dialogo con il mondo, uomo del “Sei unica” e del “Siate felici!” del “Ti viglio bene” (taluni deiTitoli dei suoi libri ).
Uomo che ha guidato la Chiesa in un momento di “passaggio”, che ha saputo ricevere le consegne del suo predecessore e trasformarle in passi e cammini.
Uomo che non si è negato e non ha negato.
Nato il 17 dicembre 1936, lo ricordiamo oggi 21 aprile 2025 nel giorno della sua dipartita al cielo.
Nei nostri occhi ci sono le immagini del giorno di Pasqua, proprio ieri, trasmesse dalla Tv. Un uomo che ha voluto “ trascorrere” con i cristiani la Pasqua di Risurrezione, con quella preghiera che aveva le parole di pace e di speranza per il mondo. Con quelle parole che sono state pronunciate come un “ testamento” di speranza e un impegno per tutti. E quel giorno in piazza tra i fedeli, quei bambini che non ha potuto prendere in braccio ma che sono stati a lui avvicinati.
L’affetto dei tanti fedeli giunti da ogni parte del mondo, uomini, donne, giovani, famiglie … nell’ anno giubilare… quello che coincideva con il cammino sinodale, quello della Chiesa dei “Pellegrini di speranza”.
Ho ricordi vividi di Papa Francesco, in diverse occasioni mi sono recata all’ udienza del mercoledì e da tutti quei momenti, tornavo più ricca, più fiduciosa, più speranzosa.
scuola nella quale insegno, ci siamo recati in occasione di un evento pressoché “ storico”: gli studenti dei licei musicali italiani , hanno registrato un cd ( unico Istituto piemontese) “Music for Pope” a Paestum che è stato consegnato in occasione dell’ Udienza generale del giorno 26 ottobre 2022.
Con docenti, genitori e studenti, dunque, ci siamo recati a Roma e in quella mattinata soleggiata, in trepidante attesa, ho stretto la mano a Sua Santità, durante il suo saluto, al termine dell’ Udienza. Confesso, non era la prima volta: già ragazza ero stata in Udienza dal Santo Padre ora San Giovanni Paolo II in occasione di un premio artistico, con uno scambio di battute, tanto che quel “mio Papa” ha anche ispirato la mia tesi di laurea, ma questa volta era “ diverso”: insegnante potevo assaporare la gioia e l’ entusiasmo di quei giovani , davvero tanti, che attendevano il Papa.
E lui era lì sorridente, per loro, per tutti.
Ma soprattutto, ricordo ancora le parole pronunciate con fermezza proprio quel giorno:
“Nessuno vorrebbe essere desolato, triste: questo è vero. Tutti vorremmo una vita sempre gioiosa, allegra e appagata. Eppure questo, oltre a non essere possibile – perché non è possibile –, non sarebbe neppure un bene per noi. Infatti, il cambiamento di una vita orientata al vizio può iniziare da una situazione di tristezza, di rimorso per ciò che si è fatto. È molto bella l’etimologia di questa parola, “rimorso”: il rimorso della coscienza, tutti conosciamo questo. Rimorso: letteralmente è la coscienza che morde, che non dà pace. Alessandro Manzoni, nei Promessi sposi, ci ha dato una splendida descrizione del rimorso come occasione per cambiare vita. Si tratta del celebre dialogo tra il cardinale Federico Borromeo e l’Innominato, il quale, dopo una notte terribile, si presenta distrutto dal cardinale, che si rivolge a lui con parole sorprendenti: «“Voi avete una buona nuova da darmi, e me la fate tanto sospirare?”. “Una buona nuova, io?” – disse l’altro. “Ho l’inferno nel cuore […]. Ditemi voi, se lo sapete, qual è questa buona nuova”. “Che Dio v’ha toccato il cuore, e vuol farvi suo”, rispose pacatamente il cardinale» (cap. XXIII).
Dio tocca il cuore e ti viene qualcosa dentro, la tristezza, il rimorso per qualche cosa, ed è un invito a iniziare una strada. L’uomo di Dio sa notare in profondità ciò che si muove nel cuore.”
Il “ tema” di quelle catechesi era il “discernimento” ed in particolare, in quell’ occasione, il Santo Padre ci ha parlato della “desolazione”, citando con passione, proprio quel passo di Manzoni.
E ci ha parlato di tristezza: quella che,
Seppur tutti conosciamo, dovremmo imparare a “Passare attraverso ” per non chiuderci nel compatimento e nell’ angoscia, per continuare a sperare, a compiere il bene, per non cedere allo scoraggiamento che ci paralizza e ci fa cadere nella paura e nell’ immobilismo.
Voglio conservare questo ricordo di Papa Francesco: la gioia della speranza e del bene, quello quotidiano, quello dei piccoli gesti.
Voglio ricordare così questo Papa, con queste parole che mi ero appuntata e che ogni tanto sono andata a rileggere in questi anni .
Papa Francesco questo per me sarà il ricordo e l’ insegnamento che terrò come “ testamento spirituale”: imparare ad attraversare solitudine e desolazione con Gioia e speranza, con la consapevolezza che pur nella prova, ne usciremo rafforzati umanamente e spiritualmente, perché non siamo soli e non lo saremo mai. Nessuna prova è al di fuori della nostra portata; nessuna prova sarà superiore a quello che noi possiamo fare: abbiamo Cristo nostra speranza.
E continuerò a fare mie le sue parole di speranza che hanno accompagnato i passi del sinodo, quando ai delegati alla Prima Assemblea Sinodale, ha esorto i partecipanti a “ continuare a camminare, fare Chiesa insiemeed essere una Chiesa aperta.”
Sì Papa Francesco, continueremo a camminare insieme, con Cristo e verso Cristo, fratelli tutti, per la dignità e la pace nel mondo, per una Chiesa che , con coraggio, porta Cristo e la sua Speranza come testimone nel mondo .