La morte di Papa Francesco ha lasciato sgomente tante persone che hanno sentito il bisogno di testimoniare il vuoto affettivo profondo ed il loro cordoglio, che hanno sentito il bisogno di stringersi e di parlare del sentimento comune che li ha legati ad una persona con una carica straordinaria. Ma il sentimento del lutto che si prova solitamene per la perdita di una persona cara, per un familiare, può essere lo stesso che si prova per la perdita di un personaggio pubblico?
La letteratura sul lutto e sulla sua elaborazione ci rimanda ad un percorso per fasi che si alternano o si susseguono, si sovrappongono o si ripresentano con tempi e modalità differenti da una persona ad un’altra. Queste fasi sono quella della negazione o del rifiuto, quella della rabbia, quella della contrattazione o del patteggiamento, quella della depressione e quella dell’accettazione. Per i clinici, il percorso dell’elaborazione del lutto, si dipana per un periodo che va dai 6 mesi all’anno, salvo casi più particolari. Un lutto viene elaborato quando una persona intravede nuovi progetti di vita, mantenendo fermo il valore e l’eredità ricevuta dalla persona che è venuta a mancare.
Papa Francesco ha rappresentato per ogni persona un valore che ha legato alla propria esistenza; è stato una guida spirituale che ha raccolto intorno a sé persone al di là del loro credo religioso. Ognuno lo ricorda per un elemento specifico che si è connesso con la propria esistenza e la propria esperienza: chi ne racconta la vicinanza umana, chi ne ricorda le capacità di comunicare in modo semplice ed immediato, seppur mai banale, chi ne riconosce il ruolo di “rivoluzionario”, di leader capace di prendere posizioni scomode, differenti dalla massa, chi si è sentito sostenuto e supportato perché Papa Francesco ha messo il suo sguardo verso gli ultimi, verso i più poveri, verso i migranti e ha dato a tutti un valore. C’è chi si è identificato con il suo dolore, con la sua sofferenza e la sua malattia, vissuta con coraggio e determinazione, soprattutto in questi ultimi tempi, da cui non si è lasciato indurire e da cui, con coraggio, non si è sottratto.
Papa Francesco ha creato dei legami emotivi che sono quelli che ora devono essere elaborati, che possono essere riconosciuti come lascito che attiene al mondo dei valori che ogni persona ha riscoperto grazie all’esempio che l’uomo/papa Francesco ha mostrato al mondo. L’esperienza della perdita di una persona cara e quella nei confronti della morte di un personaggio pubblico non hanno differenza e meritano, in entrambi i casi, rispetto e tempo per potersi esprimere e superare. Però proprio grazie ai valori che Papa Francesco ci ha permesso di riscoprire, ogni persona può riflettere e concentrarsi per avere una prospettiva di speranza nella propria vita, per poter superare quel naturale sentimento di vuoto e di smarrimento che si sperimenta e che si vive collettivamente nell’esperienza del commiato.
(Foto di Lorenzo Iorfino)