A quattordici anni entrò tra i camaldolesi di Firenze. Ebbe come amico il beato Angelico e come confratello il pittore Lorenzo Monaco.
Fu acceso sostenitore della vita monastica favorendo l’incontro tra la riscoperta dell’eredità antica e la fedeltà alla tradizione cristiana.
Fu superiore generale, riformatore monastico, al servizio della Santa Sede, inviato al concilio di Basilea e a quello di Ferrara-Firenze.
Grazie alle sue traduzioni fece conoscere all’Occidente le opere di Giovanni Crisostomo, Basilio Magno ed Efrem Siro.