In occasione della GMG 2023, mai sostituire il ruolo dei genitori presso la scuola delle Suore di Santa Dorotea a Lisbona ha aperto i battenti nei giorni scorsi “Casa Italia”, quello che si può definire il “quartier generale tricolore” in terra portoghese.

Sulla facciata dell’edificio sventola la bandiera firmata il 10 giugno scorso dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Un segno per i ragazzi italiani che sono qui e per quelli che restano in Patria – ha detto monsignor Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della Cei – perché l’essere cristiani è un bene per tutti, è offrire la possibilità di un bene di cui tutti possono godere. L’ambizione è che la nostra Italia sia una casa buona per tutti”.

Accanto campeggia la scritta “insieme”, parola d’ordine che attraverso il filo colorato della grafica unisce idealmente tutte le altre: sorridi, sogna, cammina, ascolta, racconta.

Casa Italia” offre quotidianamente assistenza agli accompagnatori e ai responsabili, ospita un ufficio dell’Ambasciata e un presidio medico, è luogo di incontro per i ragazzi, è disponibile il wi-fi gratuito.

La CEI, con Casa Italia, operativa tutti i giorni, dalle 9 alle 22 – ha detto ancora Monsignor Baturivuole essere per i pellegrini italiani che arrivano a Lisbona un simbolo di unità, di aiuto nel cammino. Casa e cammino, infatti, non sono in contrapposizione, perché per camminare bisogna essere certi di una casa che ti accoglie o che ti aspetta, di un luogo di amore e di memoria. Non a caso, quando abbiamo qualcosa da ricordare la conserviamo in casa”.

Ed è proprio a Casa Italia, che gruppi di ragazzi hanno incontrato don Luigi Ciotti anche lui a Lisbona per la Gmg.

Questi ragazzi ci lanciano un messaggio: chiedono di essere ascoltati, chiedono al mondo adulto di essere vero, coerente e credibile – ha detto il fondatore del Gruppo Abele e di Libera al Sir – chiedono al mondo adulto di fornire loro gli strumenti per affrontare il percorso della vita”.

Il cambiamento che sogniamo ha bisogno del contributo di ciascuno di noi”, ha aggiunto don Ciotti parlando di due delle “malattie più terribili di oggi”, ovvero “la tentazione della delega – pensare che tocca sempre ad altri fare – e l’ignavia dei neutrali che non vogliono stare da nessuna parte. Noi abbiamo invece il dovere e la responsabilità di sporcarci le mani per aiutare tante persone a riempire la loro vita di senso e significato. Se lo facciamo con gli altri, daremo senso e significato anche alla nostra vita”.

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Redazione Web