(Editoriale)
In questo periodo pre-natalizio, complici il clima di allarmismo attorno alla pandemia e la stanchezza degli italiani per un tema da lunghi mesi praticamente unico su tv, radio, giornali e social, pare che tutto quello che facciamo abbia trovato un’accelerazione e soprattutto un’anticipazione nei tempi di realizzazione.
Sarà la paura di non arrivare a tempo o la reazione allo stress per una vita condotta in modo non certo normale da due anni a questa parte? Ne è contemporaneamente vittima e attore il Natale: quello commerciale, ovviamente, perché quello cristiano, che dà il senso e significato della festa, troverà spazio forse nelle poche ore della notte del 24 dicembre, per essere più o meno offuscato già il 25 e passato nel dimenticatoio prima del veglione di fine anno.
Quel Natale commerciale ha decisamente bruciato i tempi, non solo con i panettoni sugli scaffali già da un mese, le luminarie da inizio novembre, i negozi ufficialmente aperti per lo shopping dei regali già da domenica e la frenesia di dove e cosa scegliere. Una preparazione “commerciale” lunga, assidua, vivace, che dovremmo chiederci se trova riscontro anche in quella “spirituale” che giustifica la grandezza di questa festa. Non c’è nulla di male in una festa commerciale, ma non c’è nulla di buono se nella festa non c’è il “festeggiato”.
Col Natale prendono avvio numerose iniziative di solidarietà e condivisione, tra queste anche la Colletta Alimentare, patrocinata dalla Città metropolitana di Torino, che festeggia i 25 anni. Anniversario segnato da un doppio appuntamento: sabato 27 sarà il giorno della colletta in presenza, e in centinaia di punti vendita di generi alimentari sarà possibile acquistare e donare cibo per chi è in difficoltà. Da domenica 28 novembre a domenica 5 dicembre sarà invece possibile, presso i supermercati aderenti, proseguire la colletta con l’acquisto, alla cassa e on-line, della card da 2, 5 e 10 euro, che verrà poi trasformata in cibo.
Nel 2020, grazie all’impegno di 164 volontari, alla generosità dei piemontesi che hanno partecipato alla Colletta Alimentare, di 138 aziende, 291 supermercati e 25 mense, il Banco Alimentare del Piemonte ha raccolto e distribuito 15 milioni di pasti, sostenendo 111 mila 249 persone e 605 strutture caritative accreditate, redistribuendo 62 mila 738 porzioni provenienti dalla ristorazione collettiva, 202 tonnellate di alimenti freschi, 1.888 tonnellate di prodotti raccolti dall’industria alimentare e 2 mila 186 tonnellate raccolte dal progetto Siticibo Gdo.
Ecco, visto che il Natale è partito “accelerato”, anche questa iniziativa, e tante altre che ci saranno proposte, dovrebbero trovare la stessa nostra accelerazione nell’aderirvi.